CASA: SGOMBERO BOLOGNA, FAMIGLIE DI VIA IRNERIO AVRANNO UN ALLOGGIO

Bologna -

Bologna – mercoledì, 04 maggio 2016

AS.I.A/USB, VITTORIA DELLA MOBILITAZIONE

Grave che Amministrazione si attivi solo a crisi scoppiata

Le famiglie sgomberate a Bologna dallo stabile di via Irnerio avranno un alloggio. Il risultato è giunto nella tarda serata di ieri, al termine di una difficile giornata che ha visto intervenire la forza pubblica con violente cariche, che hanno provocato 6 feriti e numerosi contusi fra i manifestanti mentre le famiglie con bambini cercavano rifugio nella chiesa di Santa Maria della Mascarella.

L’Amministrazione comunale è stata costretta ad assumere l’impegno di collocare tutte le famiglie, incluse quelle provenienti da precedenti sgomberi, prima in strutture provvisorie, prevalentemente di tipo alberghiero, e poi in sistemazioni stabili.

Una vittoria della mobilitazione della famiglie organizzate con l’AS.I.A/USB, che continuerà nella lotta per il diritto alla casa e vigilerà sul rispetto degli impegni presi.

Determinante l’incontro avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri con l’Arcivescovo di Bologna, Monsignor Zuppi, che ha espresso solidarietà agli sgomberati, convenendo sulla necessità di concrete politiche abitative per la città che non possono esser scisse dalla gestione dell’emergenza. l’Arcivescovo ha evidenziato l’importanza di avviare un confronto sulle politiche abitative con la futura Amministrazione bolognese e si è inoltre dichiarato garante di tutti le fasi della ricollocazione delle famiglie sgomberate.

l’AS.I.A/USB, ringraziando Monsignor Zuppi per la sensibilità e l’impegno dimostrati, sottolinea la gravità dell’inerzia da parte dell’attuale Amministrazione, che fino alla crisi di ieri non aveva prospettato soluzioni per le famiglie di via Irnerio.

A questo proposito l’AS.I.A/USB rammenta di aver già avanzato proposte ben chiare e percorribili per tutte le famiglie in emergenza abitativa, come l’utilizzo immediato degli edifici contenuti nel piano di alienazione comunale: stabili pubblici che da anni il Comune cerca di vendere per fare cassa, abbassandone di continuo la base d’asta, per il rispristino dei quali esistono anche dei fondi utilizzabili. Evidentemente vi è stata una precisa volontà politica di non intraprendere questa strada.