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case di via stalingrado incontro comune

Bologna -

VIA STALINGRADO 86/96:

CONTRO OGNI IPOTESI DI SVUOTAMENTO COATTO

 

 

Nei sei blocchi di Via Stalingrado vivono da anni decine di immigrati, con e senza famiglia; la vicenda di questo “centro di accoglienza” risale agli inizi degli anni ’90, con lotte e occupazioni, in seguito “legalizzate” tramite la presa in carico del servizio immigrati.

 

Ora l’Amministrazione Comunale ha deciso di mettere la parola fine, il più presto possibile, a questa situazione ritenuta da sempre come provvisoria ( per le condizioni degli stabili e per la vicinanza all’ex manifattura).

 

La RdB/CUB aveva posto alla Giunta comunale la necessità di trovare un percorso mirato, che veda tutelato il diritto ai residenti di vedersi riconosciuti, oltre al generale diritto all’abitazione, la specifica situazione di disagio abitativo: nessuno deve ritrovarsi per strada o essere costretto a subire la diffusa speculazione degli affitti capestro.

 

Nei giorni scorsi si è svolto un incontro tra una delegazione RdB/CUB, presenti delegati dei residenti, e una rappresentanza dell’Amministrazione (Vice Sindaco Adriana Scaramuzzino, responsabili dei settori Casa, Immigrati e Servizi Sociali).

 

Nell’incontro la Vice Sindaco ha illustrato il piano di “svuotamento” degli stabili, tramite il monitoraggio dell’inserimento nelle graduatorie ERP (edilizia popolare) di alcuni nuclei familiari, e l’intermediazione dei servizi per il “reperimento sul mercato” di case in affitto e posti letto per gli esclusi dalle graduatorie.

 

La RdB/CUB ritiene che la soluzione di STALINGRADO non possa essere quella della semplice “intermediazione immobiliare” a prezzi di mercato: una amministrazione pubblica può e deve trovare strumenti e modalità speciali per situazioni speciali.

 

Se una Amministrazione locale alza di fatto bandiera bianca sull’assurdo mercato degli affitti di Bologna, almeno non ponga agli immigrati residenti in Stalingrado l’alternativa forzosa tra l’accettare un posto letto a 200-300 euro al mese e la messa in mora in quanto “occupanti senza titolo”.

 

La RdB/CUB non potrà accettare nessuna azione di forza, ma ritiene si debba trovare una soluzione collettiva, economicamente sostenibile e trasparente coinvolgendo attivamente gli stessi residenti di Via Stalingrado.

 

 

 

CUB/RdB Bologna                          ASIA/RdB Bologna

                 Luigi Marinelli                                 Chiara Lombardi                    

 

Bologna 14 maggio 2007