Guerra e stragi di stato: mani fasciste, armi Nato

Bologna -

La bomba alla Stazione di Bologna è una ferita che non si rimargina con le condanne. Sappiamo che oltre alla manovalanza fascista, rimane impunita la regia dello stato e della Nato su tutta la strategia della tensione costruita contro la possibilità che il movimento operaio resistesse e rispondesse all'offensiva che la reazione in questo paese stava preparando. Delle responsabilità che non si sono solo espresse nell'organizzazione della strage e nell'aiuto ai terroristi, ma anche nei depistaggi degli anni a venire.

Per questo saremo in piazza come ogni anno, con gli occhi aperti sul presente. Un presente in cui il “fronte orientale” si avvita sempre di più in una guerra calda, che semina morte e distruzione sui territori dell’Ucraina. Da un anno e mezzo sosteniamo le iniziative internazionali che cercano di offrire soluzioni: da quella cinese e quella vaticana passando per i paesi africani. Ma non a caso gli stati europei soffiano sul fuoco, col governo Meloni accolto negli Stati Uniti come prezioso alleato proprio perché fedelissimo sul fronte della guerra. L’eredità del neofascismo serve ancora per alimentare le bombe!

Quest’anno per il governo arriverà a Bologna il ministro Piantedosi, che all’indomani della strage di Cutro ebbe il coraggio di reagire dicendo che “l’unica che va detta ed affermata è: non devono partire”. Parole che non solo sono disumane, ma sono state anche un cinico tentativo di distogliere l’attenzione dalle responsabilità strutturali e dirette tanto del governo quanto di Frontex, l’agenzia europea costruita appositamente per la militarizzazione dei confini dell’Unione Europea. La sua visita, espressione del governo attuale e della sua fede atlantiata e neofascista, rappresenta un'offesa per tutte le vittime e per la ricerca di qualsiasi verità sulla strage.

Come negli ultimi anni, non lasceremo che il 2 agosto passi come un rito vuoto. Saremo in piazza insieme alle antifasciste e agli antifascisti conseguenti, alle 9:15 in Piazza del Nettuno dietro allo striscione “Guerra e stragi di stato: mani fasciste, armi NATO”.

USB Emilia Romagna