Modena: ancora repressione nelle scuole. Dalla parte degli studenti in lotta

Modena -

Dopo la reazionaria circolare con cui il Ministro Valditara ha imposto ai Presidi di denunciare eventuali reati commessi dagli studenti durante le recenti occupazioni di molti Istituti superiori in tutta Italia, le punizioni esemplari non si sono fatte attendere, e naturalmente non sono mancate nemmeno qui in Emilia Romagna.

Ai provvedimenti repressivi che hanno colpito i liceali romani del Virgilio e del Tasso, è seguita subito, infatti, una notifica di ben 12 giorni di sospensione per il rappresentante d'Istituto dell’ITES di Modena, colpevole soltanto di aver espresso le proprie opinioni nel corso di un'intervista alla stampa locale in occasione di uno sciopero studentesco, nella quale, secondo il Consiglio d'Istituto, lo studente avrebbe pronunciato parole di rilevante contenuto diffamatorio che ledono l'immagine dell'istituzione scolastica di cui fa parte.

Scorrendo le dichiarazioni incriminate, però, ci si rende facilmente conto che non si tratta di offese e di calunnie, ma di richieste legittime di cui lo studente si è fatto portavoce, come la risoluzione dei problemi che affliggono da tempo l'Istituto che frequenta, il desiderio di fare una gita all'estero come avviene nelle altre scuole e soprattutto della rivelazione delle intimidazioni e delle pressioni subite dagli studenti affinché non organizzassero lo sciopero e non vi partecipassero.

Ma silenziare la voce degli studenti con la minaccia di sanzioni e denunce, riducendo la protesta e il dissenso a questioni di ordine pubblico, non fa certo sparire i problemi della scuola, anzi li mette drammaticamente in evidenza: le occupazioni delle scuole pongono infatti questioni urgenti a cui le istituzioni sono sorde, come la solidarietà alla Palestina contro il genocidio perpetrato da Israele, la contrarietà alla partecipazione dell’Italia alla guerra tramite l’invio di armi all’Ucraina e alla nostra presenza militare nel Mar Rosso (come efficacemente denunciato dal Fermi, istituto genovese occupato pochi giorni fa), l’abolizione dell’Alternanza Scuola Lavoro e via dicendo.

La soluzione escogitata dal ministro Valditara, che delega ai dirigenti scolastici il ruolo dei sanzionatori rivendicando un’assurda coerenza fra queste misure e la natura democratica e costituzionale della Scuola italiana, è inaccettabile e svilente della propria funzione formativa, perché non ha senso insegnare agli studenti educazione civica e i fondamenti di una convivenza civile all'interno di una società democratica se poi si tenta in ogni modo di non farli parlare e di non far emergere i reali problemi di una scuola in cui non si sentono più protagonisti, proprio loro che della funzione formativa della scuola sono i destinatari e il soggetto centrale.

Perciò USB Scuola Emilia-Romagna vuole esprimere la massima solidarietà e il massimo sostegno alle lotte degli studenti, contro chi vuole metterne a tacere le proteste e soffocarne la critiche e la libertà d'espressione. Non si può pensare che la risposta alla crisi educativa di una società e di una scuola allo sbando siano la polizia e la repressione!
 

USB Scuola Emilia-Romagna