Abbiate la decenza di non chiamarla riforma!
Emilia Romagna e la riforma del governo del territorio
Sia il 6 luglio presso la città metropolitana di Bologna che due giorni dopo alla Commissione Regionale che sta valutando le proposte di modifica della legge di riforma del governo del territorio, abbiamo detto chiaramente che l’operazione che la Regione Emilia Romagna ha deciso di compiere, senza elementi importanti che dovranno essere decisi a livello nazionale anche di carattere costituzionale, è scellerata, sbagliata, costosa e confusionaria e creerà disservizi e inutili trasferimenti e licenziamenti di lavoratori di Province, Regione e città metropolitana. L’unica scelta logica sarebbe quella di assumere tutti i lavoratori in Regione, lasciandoli operativi sui territori di competenza evitando spezzettamenti e dismissioni. Ci è stato detto che continuiamo a guardare indietro che non vogliamo intraprendere questa “sfida audace” e che questa legge è solo l’inizio di un percorso che deve ancora essere definito. Noi crediamo invece che conoscere bene la storia delle funzioni svolte che, come per l’ex Genio Civile, ora Servizio Tecnico di Bacino, durano da due secoli, avrebbe evitato di intraprendere strade impervie utilizzando lavoratori e cittadini come cavie da laboratorio. Dopo i nostri chiari interventi che hanno scoperto le carte dell’amministrazione che smantella servizi, nascondendo responsabilità e incrementando il sistema clientelare con grave ricaduta specialmente sui ceti più deboli della società, hanno dovuto ammettere che stanno chiedendo quotidianamente al governo di smetterla con i tagli per “non peggiorare le già pesanti condizioni in cui ci troviamo”, che il passaggio della polizia provinciale a quella municipale perderà le specificità di difesa ambientale per occuparsi solo di multe e traffico, che non è possibile definire una politica per l’impiego perché non si comprende cosa accade a livello centrale. Per chi non ha il “prosciutto sugli occhi” è evidente che nulla di buono ci può essere in un intervento legislativo che deve rispondere a disastrosi tagli e chiusure di servizi e che per vere riforme occorrono veri investimenti e non 85 articoli di legge che rimescolano e sminuzzano servizi importanti come se si facesse un minestrone con il chiaro intento di rendere inefficiente la macchia Pubblica per poi privatizzare tutto consegnando controllo e gestione ai poteri forti che aumenteranno il divario tra chi sta troppo bene e chi non riesce, anche con uno stipendio … o più di uno … ad arrivare alla fine della terza o seconda settimana. Il fatto incontrovertibile, per chi ha seguito la diretta streaming della Commissione regionale, è stato quello che i primi interventi scelti dalla presidenza sono stati fatti fare da chi era favorevole alla legge e sapete chi ha avuto l’onore di essere il primo? … cgilcisluil … in effetti se lo sono meritato con tutto il lavoro che hanno fatto per tenere quieti tutti quei lavoratori che avrebbero potuto ribellarsi a questa disastrosa idiozia … Quello che ci sentiamo di suggerire a tutti i lavoratori coinvolti sono le parole di conclusione dette dall’Assessore Petitti all’incontro in regione: “Le riforme le puoi subire o vivere da protagonista” nel senso di non accettare supinamente tutto ciò che accade anche se le sirene ammalianti di cgilcisluil sbattono ora la coda nello stagno per fare un po’ di bolle o vi mettono la mano protettrice sulla spalla mentre con l’altra aiutano la regione a decretare la fine di interi pezzi di servizi pubblici. Si allegano i due interventi fatti da USB con le modifiche richieste all'articolo 66 sulla mobilità del personale.