Argomento:

Accordo quadro precari emilia-romagna

Bologna -

PERCHE’ RdB/CUB NON HA FIRMATO

L’ACCORDO QUADRO PER L’OCCUPAZIONE

NELL’ENTE REGIONE EMILIA-ROMAGNA

 

 

I posti disponibili

L’accordo riconferma solamente i posti indicati nelle delibere già approvate dalla Giunta regionale relativi ai fabbisogni 2002-2005, per un totale di 170 da ricoprire con assunzioni dall’esterno.

E’ prevista inoltre la programmazione dei fabbisogni 2006, nell’ambito dei limiti consentiti dalla dotazione organica revisionata per effetto delle disposizioni delle leggi finanziarie. Si tratta quindi di pochissime unità, oltretutto vincolate a riqualificazioni/progressioni interne e ad acquisizione di personale con specifiche professionalità in mobilità da altri enti.

Nessuna prospettiva è stata “impegnata” per i fabbisogni degli anni successivi, nonostante proprio nel 2007 sia previsto un numero consistente di pensionamenti.

Nessun nuovo impegno risulta quindi da questo accordo in merito all’estensione dei posti disponibili.

 

Chi sono i precari della Regione

Analizzando l’allegato, che è la sostanza dell’accordo, si evince che la Regione ritiene che n. 95 unità di personale temporaneo ricoprano posti stabili (85 tempi determinati, 2 interinali, 8 co.co.co.). Per arrivare a questo dati “conta” i precari che hanno lavorato per 3 anni nella stessa struttura di assegnazione.

Una seria revisione dei fabbisogni già deliberati doveva tener conto non del dato individuale, ma della continuità di utilizzo da parte di ogni struttura del personale precario, anche se assunto con diverse tipologie contrattuali o su progetti ed esigenze di volta in volta differenziati nella motivazione.

Da questo computo vengono esclusi i precari “gravanti su fondi nazionali”. Si tratta di lavoratori temporanei che vengono assunti con fondi statali stanziati per le emergenze in materia ambientale, che lavorano da ben più di 3 anni e che vengono di fatto impiegati per attività ordinaria.

La Regione continua ad eludere il problema, infatti i relativi fabbisogni non sono mai stati programmati dal 2002 al 2005 e non lo saranno nemmeno nel 2006.

Questa scelta va letta in un contesto più ampio, che evidentemente non prevede lo sviluppo dell’attività degli attuali Servizi Tecnici di Bacino ma bensì (vedi Progetto di Legge) il progressivo svuotamento di funzioni (deleghe ed esternalizzazioni).

La Regione non vuole analizzare i reali fabbisogni delle strutture che intende dimettere!

Per quanto riguarda l’Agenzia della protezione civile, in quanto agenzia dotata di autonomia anche in materia di conferimento di incarichi ed assunzione di lavoratori interinali, si continuerà così… il personale flessibile e precario meglio si addice ad ambiti in cui l’attività prevede picchi di lavoro e turni di reperibilità continua.

La Regione e le sue Agenzie non si vogliono dotare di un organico “fisso” in grado di sopperire anche all’emergenza!

 

Dalle maglie di questa sommaria quantificazione dei fabbisogni stabili sfuggono un numero consistente di altre categorie di lavoratori temporanei (tempi determinati, co.co.co., borsisti) assunti formalmente per coprire esigenze “straordinarie”, progetti “specifici”, motivazioni di facciata adottate nel corso degli anni per sopperire alle esigenze ordinarie della Regione.

Il risultato è una concreta ed effettiva sottovalutazione della situazione del precariato in Regione. Tra i 95 posti ritenuti “stabili” e gli oltre 400 effettivi ed utilizzati il divario è eccessivamente ampio.

Si tratta quindi di un accordo che, minimizzando l’entità del problema, giustifica la coerenza con un piano di assunzioni che nulla aggiunge a quanto già stabilito dagli atti già approvati.

 

Come saranno ricoperti i 170 posti disponibili

Si prevede l’utilizzo delle graduatorie dei concorsi già espletati o banditi, utilizzo che consente la stabilizzazione di 91 dei precari attualmente in servizio.

Anche in questo caso si tenta di giustificare un rapporto di coerenza (95 precari considerati stabili/91 precari stabilizzati), ma la coerenza sfugge se si vanno ad analizzare i dati di dettaglio. Infatti i precari per i quali è prevista la stabilizzazione non sono né le stesse persone, né le stesse posizioni lavorative utilizzate con continuità negli ultimi 3 anni.

Ciò dimostra da un lato che le promesse di valorizzazione dell’attività prestata in Regione, già oggetto di precedenti ed altrettanti indefiniti accordi sul precariato (sottoscritti da cgil-cisl-uil), non hanno sortito l’effetto dichiarato, dall’altro che la programmazione dei fabbisogni non è uno strumento perfetto o così scientifico come si vuole far credere.

Per quanto riguarda la valorizzazione dell’attività è utile ricordare che la modalità di valutazione del punteggio del servizio adottata nei concorsi finora espletati o banditi non ha tenuto conto dei periodi frammentati e non continuativi prestati dai tempi determinati “normali”, del servizio prestato dai co.co.co. e dagli interinali ed ha invece “premiato” i “portaborse” assunti nelle segreterie delle strutture speciali.

 

Proroga dei contratti dei precari?

In attesa della graduale copertura dei già insufficienti 170 posti… non è stata prevista nessuna garanzia di continuità per i precari in servizio.

Molti lavoratori scaduti alla fine del 2005 non sono più stati richiamati e le disposizioni inviate dalla Direzione Organizzazione alle strutture regionali nei giorni scorsi sanciscono il “blocco” delle assunzioni a tempo determinato con effetto immediato e il blocco delle proroghe dal 1/4/06.

Queste disposizioni non sono state nemmeno discusse con le OO.SS. e l’Amministrazione continua a negarne anche l’esistenza.

 

L’impegno politico della Regione Emilia-Romagna

Dopo aver analizzato gli effetti concreti dell’accordo, esplicitati chiaramente dall’Allegato tecnico, veniamo al contenuto degli impegni politici:

  • Si premette che il problema è rappresentato dalle Finanziarie emanate negli ultimi anni.
  • La Regione impugnerà davanti alla Corte Costituzionale la Finanziaria 2006 in merito alle disposizioni sul contenimento della spesa di personale (per completezza di informazione è opportuno ricordare che la Regione impugnerà anche le disposizioni sul contenimento dei costi della politica, ovvero la riduzione delle indennità di carica prevista dalla Finanziaria stessa).
  • La Regione si impegna a verificare nelle sedi opportune tutte le possibilità per introdurre modifiche in merito alle modalità di contenimento della spesa del personale nella Finanziaria 2007.

Nel corso degli incontri l’Amministrazione ha chiarito che l’obiettivo della Regione è il mantenimento del tetto di spesa con la riduzione dell’1% rispetto alla spesa sostenuta nel 2004 (previsto dalla Finanziaria 2006) e l’eliminazione delle disposizioni previste nelle Finanziarie precedenti (che per il 2006 si aggiungono).

Si tratta quindi di un impegno a rimuovere alcuni limiti e a mantenerne altri che comunque sono condivisi (dalla Regione Emilia-Romagna e probabilmente anche dall’eventuale Governo di centro-sinistra).

  • La Regione si impegna ad adottare un provvedimento legislativo che consenta l’assunzione dei posti già programmati dal 2002 al 2005 (n. 170) prima della scadenza delle graduatorie dei concorsi (2008).

 

Cosa significa “firmare” questo Accordo

Con questo accordo la Regione si pone inoltre l’obiettivo di fare da apripista per tutti gli Enti locali (chi altro poteva farlo?).

Considerando quanto detto in merito ai contenuti che, ben lungi dal rappresentare una svolta coraggiosa, si limitano a tracciare un percorso in buona parte già scritto dagli atti in vigore e dalle leggi nazionali ci sembra ancora più dannosa la sottoscrizione dei sindacati.

La condivisione di questo percorso legittima la Regione, ma anche tutti gli altri Enti locali, a scegliere ed a confermare percorsi ordinari per la soluzione di un problema che ha invece tutti i connotati dell’emergenza.

 

Le verifiche successive e le partite di scambio

L’accordo prevede alcune verifiche successive che dovrebbero servire ad aggiustare il tiro in corso d’opera.

Nelle intenzioni dell’Amministrazione il disegno è già chiaro e ci è stato esplicitato nel corso degli incontri. Condizione per arrivare ad un accordo sull’ampliamento dei posti disponibili (si parla comunque di non più di 30 unità) sta nell’accettare e condividere l’ennesima “rottamazione” dei dirigenti: una finestra di uscita anticipata per chi ha i requisiti pensionistici dal 2008, ovviamente con un congruo incentivo.

Alla richiesta di RdB di chiarire se gli incentivi per la rottamazione ai dirigenti devono essere conteggiati nella “spesa di personale” (quella che secondo la Finanziaria andrebbe ridotta…) l’Amministrazione ha risposto che questa voce non rientrerà nel calcolo del tetto di spesa.

Ciò significa che i limiti imposti dalle leggi Finanziarie possono essere elusi, quando si vuole. Perché allora non eluderli per assumere più precari? Perché non eliminare qualche dirigente con contratto “privatistico” anziché procedere con un’altra rottamazione?

 

Regolamentazione delle co.co.co.

Valutiamo positivamente invece l’impegno di avvio entro 30 giorni del tavolo che dovrà discutere della regolamentazione dei contratti co.co.co., richiesta avanzata da RdB dal mese di Luglio 2005 e finora elusa. Attendiamo di verificare le proposte dell’Amministrazione in merito, auspicando che la Regione riesca a prevedere qualcosa in più di altri Enti (quale pegno almeno per il ritardo).

Rileviamo che comunque restano ancora esclusi tutti (e sono tanti…) i collaboratori che lavorano negli uffici della Regione ma che sono a contratto con le ASL, altri enti pubblici o aziende private.