Al fianco dei lavoratori greci in lotta
Da diverse settimane, la morsa della crisi attanaglia la Grecia: l’intera economia di questa nazione è in bancarotta per l’enorme debito pubblico.
I governi che si sono susseguiti in questi ultimi anni, d’accordo con la classe borghese indigena ed internazionale, sempre pronta ad arraffare risorse per i propri profitti, hanno "allegramente" gestito le finanze pubbliche tanto da portare il debito, in pochi anni, totalmente fuori controllo. Il PIL greco è salito dal 2000 ad oggi da 149 miliardi di dollari a 320, raddoppiando abbondantemente, ma, al contempo il debito estero passava da 41 miliardi di dollari a oltre 500, aumentando di oltre il 1200%. Queste poche cifre raccontano della scelleratezza e della avidità della borghesia greca,
ma non solo di essa: l’intera Europa, con in testa la Germania, è fortemente responsabile della attuale situazione e, non a caso, molti dei miliardi dei debiti della Grecia sono custoditi nei caveau delle banche tedesche.
L’Unione europea ed il governo socialista greco hanno decretato che il salatissimo conto lo dovranno pagare tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che del privato: aumento delle tasse a tutti livelli, innalzamento dell’età pensionabile e, non ultimo, il drastico taglio dei salari…
Con un imponente sciopero generale, il 5 maggio, i lavoratori greci hanno dato una lampante dimostrazione della loro totale contrarietà a pagare il conto al posto della borghesia: tralasciando ogni fittizia divisione per categorie, comparti, fabbriche e luoghi di lavoro, gli operai, hanno dimostrato la loro combattività: essi non si sono né rinchiusi in fabbrica, non sono saliti sui tetti, né hanno chinato la testa. Al contrario, in modo istintuale, hanno agito con determinazione e hanno portato il conto da pagare direttamente lì, dove il grasso banchetto è stato consumato, ovvero davanti al parlamento di Atene.
Raccogliendo il messaggio d’unità e di determinazione nel non farsi calpestare e indicandolo ai lavoratori italiani come l’unica strada percorribile per non pagare la crisi, noi lavoratori della scuola aderenti alla RdB scuola dell’Emilia Romagna esprimiamo la massima solidarietà internazionale ai lavoratori greci e alle loro lotte, nella consapevolezza che questi attacchi ci accomunano nella difesa delle nostre condizioni di vita, così come auspichiamo diventi comune l’azione di attacco di tutta la classe lavoratrice spremuta e sfruttata. Come lavoratori e lavoratrici della scuola, anche noi sottoposti ad un vero e proprio massacro fatto di tagli di organici, espulsione dai posti di lavoro, precarizzazione di salari per chi resta, siamo al fianco e presenti nella lotta di resistenza della classe lavoratrice greca.
Partecipiamo al presidio indetto dalle RdB per venerdi 7 maggio, ore 16/17, sotto il consolato greco, in via Indipendenza 67/2
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RdB/CUB SCUOLA BOLOGNA
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