Casa: i fondi ci sono, ora servono soluzioni stabili e strutturali alla crisi abitativa!

Bologna -

• Blocco degli sfratti
• Riuso degli immobili sfitti per ampliare il patrimonio abitativo PUBBLICO!
• Regolarizzazione delle occupazioni!

La città non può aspettare, i diritti non possono essere negati!

Con tanti palazzi vuoti, sfitti da anni, il problema di non avere un tetto sulla testa, un luogo dove vivere, una casa, non dovrebbe esistere.

Eppure questi palazzi, queste migliaia di metri quadri inutilizzati, sono nelle mani di grandi proprietari che, proprio mantenendo vuota una parte considerevole del proprio patrimonio, contribuiscono a regolare il mercato dell’affitto, a mantenere quei prezzi alti che sempre meno persone e famiglie riescono a permettersi.

Sono grandi proprietari privati ma anche enti, aziende, banche, ospedali e ASL, INPS, INAIL, l’Università, la curia, il Demanio, il Comune, la Regione…

Nessuno è incolpevole di fronte a questa situazione che ha generato l’emergenza, poi peggiorata dalla crisi, e qual è la risposta delle istituzioni?

Niente.

Il governo Renzi ha imposto perfino ai Comuni di svendere il patrimonio ERP, in linea con l’idea di privatizzare gradualmente tutto il patrimonio abitativo pubblico, facilitando sia nell’acquisto che nella costruzione di nuove aree residenziali i soliti grandi proprietari privati. In questo modo si rinforzano piccoli regni basati sulla rendita e non si crea certo un meccanismo che garantisca il diritto alla casa a chi, a causa di licenziamenti, disoccupazione e bassi stipendi o pensioni, non è “competitivo” sul mercato privato.

Chi cerca di lanciare un messaggio in questo senso, segnalando la relazione tra stabili sfitti e persone senza casa anche con atti forti come le occupazioni, viene represso e ignorato.

Ma non si può andare avanti così, l’emergenza cresce, come gli sfratti e le richieste di casa popolare ogni anno…

Dunque, con i fondi a disposizione si inverta la rotta, non creando soluzioni “tampone” o i soliti incroci tra pubblico e privato ma ampliando l’Edilizia Residenziale Pubblica in maniera concreta, utilizzando tutti gli stabili sfitti necessari, e se necessario assumendo tanti di quei disoccupati che oggi lottano per sopravvivere per restaurarli!

Questo sì che sarebbe un buon inizio, a partire dagli stabili occupati con coraggio e dignità da uomini e donne che lottano per un diritto e continuando, per esempio, con le caserme Sani e Stamoto, di proprietà demaniale, che da sole aggiungerebbero patrimonio abitativo pari a un grande quartiere…

E' ora di agire, per il diritto all'abitare di tutti!

PIU' CASE POPOLARI, MENO SFRATTI E SPECULATORI!

Asia-USB Bologna