Chiusura delle Province e riordino regionale

Bologna -

In questi giorni la nuova giunta dell’Emilia Romagna è costretta a procedere di tutta fretta al riordino istituzionale attraverso l’emanazione di una legge regionale per rispondere alla caotica e affrettata chiusura delle Province.

 

Dopo anni di solitaria battaglia condotta da USB, unica organizzazione sindacale contraria alla chiusura delle province, abbiamo assistito alla fine di dicembre al rifiorire delle organizzazioni sindacali che colpite sulla via di Damasco sembravano essersi convertite e a voler contrastare la dannosa chiusura di servizi fondamentali per la vita dei cittadini.

 

Noi di USB, conoscendo i nostri polli, avevamo avvertito i lavoratori di non cadere ancora una volta ammaliati dal canto di queste ingannevoli sirene che per l’occasione “gorgheggiavano” che tutti i sindacati dovevano unirsi in questa importante lotta.

 

Ci abbiamo provato a costruire momenti di lotta sia provinciali che regionali organizzando anche pullman gratuiti pagati da USB per tutti i lavoratori RSU e Organizzazioni sindacali che avessero realmente voluto incidere in questa vicenda. Ma la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil era ovviamente solo di facciata. Noi invece il 29 dicembre abbiamo portato i lavoratori a protestare in regione e ad incontrare la neoeletta giunta regionale e come, accaduto in questi anni, ci siamo trovati soli a costruire ed anche a cercare un tavolo di confronto.

 

Tavolo che abbiamo più volte aperto con la giunta regionale che è disposta a confrontarsi con USB prima dell’emanazione della legge di riordino ma che per l’ottusità di CGIL, CISl e UIL che non vogliono che siamo presenti ai tavoli per ascoltare le loro proposte o meglio dire i loro scambi di servigi, ci si ritrova a raddoppiare gli incontri regionali e a non collaborare per una risoluzione che possa aiutare tutti i lavoratori di Province, Regioni e città metropolitana coinvolti. Noi riteniamo, come sempre, imprescindibile il coinvolgimento di tutti i lavoratori coinvolti in tutte le fasi di questa "riorganizzazione" e non solo a "giochi fatti" come ha detto e scritto di voler fare la triplice.

 

Qui si parla di mobilità ed esuberi che potrebbero diventare licenziamenti (come già avvenuto per diversi "precari"che dopo aver lavorato per tantissimi anni presso alcune amministrazioni Provinciali attraverso contratti con cooperative, dal 1 gennaio di quest'anno, sono stati licenziati) se non si troveranno adeguate coperture e c’è chi continua a giocare a volere tavoli separati rifiutando di riconoscere le migliaia di lavoratori che vogliono essere rappresentati da USB.

 

Quello che dovrebbero, finalmente, fare i lavoratori è licenziare queste organizzazioni sindacali che hanno determinato questa situazione ed ora sono già disposte a gridare vittoria se a subirne le conseguenze saranno “solo” un migliaio di lavoratrici e lavoratori.

 

Per noi sarà, come sempre, tutta un’altra storia perché non abbiamo merce di scambio se non la mobilitazione e la lotta per conquistare diritti e salario per i lavoratori.

 

Bologna, 17 marzo 2015                                                             Esecutivo Regionale USB PI