EPPURE …. BASTAVA POCO!!!

Bologna -


Quando il 4 giugno è arrivata la notizia che il giudice Nannipieri di Lucca aveva rigettato il ricorso di
Riccardo Antonini, riconfermandone il licenziamento, non ne siamo rimasti del tutto stupiti.
Questa è una vicenda che sin dall'inizio ha dimostrato quali fossero le priorità dell'Amministratore
Delegato del gruppo FSI Mauro Moretti. L'idea stessa che ci potesse essere qualcuno che ai continui
tentativi di occultamento della verità, opponesse l'evidenza dei fatti, si è rivelata un affronto insostenibile.
Per cercare analogie sulle tecniche utilizzate per imporre il silenzio in questa vicenda dovremmo
scomodare la letteratura che parla di “mafia” e rischieremmo di essere fraintesi, ma una cosa vogliamo
dirla, se un incidente come quello di Viareggio che provoca 32 morti, anziché stimolare lo sforzo di tutti
ad impedire che una catastrofe del genere possa ripetersi, genera comportamenti che mirino ad ostacolare
la ricerca della verità, ebbene quelli sono i comportamenti che riteniamo debbano essere perseguiti.
Non sappiamo cosa non abbia convinto il giudice Nannipieri,
Se non è bastato il clima intimidatorio che ha costretto al ritiro dal ruolo di consulente, anche un altro
ferroviere.
Se non è bastato come, con estrema disinvoltura si sia arrivati all'effettuazione di pressioni nei confronti
di alcuni parenti delle vittime di quella strage.
Se non è bastato che per quella consulenza Riccardo era già stato oggetto di una contestazione
disciplinare (10 giorni di sospensione).
Se non è bastato che a fronte delle decine di morti sui binari, che stanno caratterizzando la contabilità
degli ultimi anni, Mauro Moretti neghi, con l'arroganza che lo distingue, l'esistenza di un problema di
sicurezza.
Se non è bastato che i licenziamenti che hanno caratterizzato la gestione Moretti hanno sempre più
spesso a che vedere con denunce legate a problemi di sicurezza.
Se non è bastato che i ferrovieri vivano oggi in un clima di terrore.
Se non è bastato che nemmeno verso i morti di Viareggio Moretti ha avuto il buon gusto di mostrare un
po' di rispetto, ricordiamo che quella strage l'ha più volte descritta, banalizzandola, come uno spiacevole
episodio.
Se non è bastato che da anni Moretti avesse già manifestato il desiderio di licenziare Riccardo.
Se non è bastato nemmeno che nella posizione di indagato Moretti predisponesse il licenziamento di chi
stava offrendo le proprie competenze tecniche per stabilire la verità.
Forse nemmeno un miracolo potrebbe convincere quel Giudice, che speriamo non sia stato affetto da
quella sudditanza psicologica che sembra spuntare ogni qual volta si abbia a che fare con Mauro Moretti.
Certo parliamo di un uomo molto potente, altrimenti sarebbe difficile comprendere come un
Amministratore Delegato qualsiasi avrebbe potuto sopravvivere a tante stagioni politiche senza venirne
mai scalfito, acclamato da un coro unanime bipartizan che lo ha addirittura visto diventare Cavaliere del
Lavoro proprio mentre indagato per i 32 morti di Viareggio.
Un Palmares di sangue per il nostro AD, che, anche grazie a questa sentenza, vede riconfermata la
propria capacità di manipolare a proprio piacimento l'esistente.
Ma su una cosa pensiamo di poter esprimere un sentimento largamente condiviso, Riccardo non è e non
resterà solo e se sapremo rispondere collettivamente a questi attacchi, forse potremmo scoprire che tutto
ciò che sembra già scritto, non è detto che sia indelebile.
Bologna 7 giugno 2013
Coordinamento Ferrovieri
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