Gelmini taglia la scuola, il Comune di Bologna la esternalizza

Bologna -

 

EDUCATORI COMUNALI NELLE SCUOLE? MA NON ERA QUELLO CHE VOLEVA LA MORATTI?

 

L’assessore alla scuola del Comune di Bologna ha annunciato ieri l’intervento del Comune mirato a fornire educatori delle cooperative alle scuole che hanno subito i tagli della Gelmini. Gli educatori interverrebbero su progetti di integragrazione e alfabetizzazione o per accompagnare le classi nelle uscite didattiche. Subito ci sono stati commenti molto favorevoli da parte di dirigenti scolastici e della CGIL, convinti che questi provvedimenti aiuteranno le scuole che non sono in grado di sopportare i tagli comminati dal governo. Nessuno di questi soggetti però, nonostante siano esperti del mondo della scuola, denuncia un’ovvietà, ovvero che gli educatori delle cooperative vengono retribuiti la metà, hanno un orario di lavoro doppio rispetto agli insegnanti statali e non hanno diritti sindacali.

In pratica, il governo espelle centinaia di migliaia di precari statali e il comune di Bologna li sostituisce con lavoratori di coopertive private, malpagati e senza diritti. L’intervento del Comune non è quindi un rimedio ai tagli, ma consiste nel vero obiettivo che è sempre stato alla base degli interventi sulla scuola degli ultimi 10 anni: l’esternalizzazione e la privatizzazione. Ne siamo, ahimè, convinti perché ricordiamo come questi processi siano già avvenuti nella sanità pubblica, dove da anni l’espulsione di infermieri, tecnici e amministrativi statali è diventata una ghiotta occasione di profitti per le cooperative private, sulla pelle dei lavoratori.

E’ chiaro quindi che l’obiettivo di esternalizzare e privatizzare la scuola viene perseguito da tutti gli schieramenti politici.

Se davvero il Comune vuole intervenire per aiutare le scuole in questo difficile momento, allora deve garantire agli educatori delle cooperative lo stesso trattmento economico e normativo dei precari della scuola statale. Solo in questo modo potremmo credere alla buona fede del Comune di Bologna. In caso contrario si tratterebbe semplicemente della realizzazione di tutti gli obiettivi già previsti dalla riforma Moratti e dalle leggi Gelmini-Tremonti, pur se realizzati da una giunta di centro-sinistra.

Contro tutti i tagli e lo sfruttamento dei precri della scuola, delle cooperative e di tutto il mondo del lavoro, la CUB Scuola Bologna aderirà allo sciopero generale del 23 ottobre e alla manifestazione nazionale a Roma.

 

Bologna, 14 ottobre 2009

Francesco Bonfini – Coordinatore provinciale CUB Scuola-Bologna