Giunta regionale e sindacati complici confermano i tagli e gli aumenti tariffari

 

Bologna -

 

Durante il tavolo tenutosi ieri mattina in Regione, presenti tutti gli attori della scena istituzionale, imprenditoriale e sindacale, firmatari e non del patto per il trasporto pubblico locale, abbiamo ribadito la nostra ferma opposizione al medesimo patto che recepisce un modello di intervento governativo che punta a scaricare sui cittadini e sui lavoratori le conseguenze delle “follie” che hanno portato all’attuale crisi economica del paese.

 

Crediamo che l’aumento delle tariffe, soprattutto in una fase di brutale crisi che sta moltiplicando il numero di persone che non hanno un reddito sufficiente a sopravvivere, vada nella direzione opposta ad ogni principio di socialità del servizio pubblico.

 

Inoltre riteniamo che la riduzione del servizio, quando non fosse legata ad una razionalizzazione reale che garantisca il mantenimento dell’offerta di trasporto, vada nella stessa direzione di togliere a chi più ha bisogno un servizio basilare ed essenziale.

 

Siamo convinti che la crisi economica necessiti di risposte che non possono prescindere dalle condizioni di vita dei lavoratori e dei cittadini.

 

Ribadiamo, ancora una volta che il nostro ruolo ci imponga la dissociazione da un progetto che adeguandosi alle scelte del Governo va a colpire unicamente cittadini e lavoratori.

 

È ancora una volta sorprendente ascoltare le dichiarazioni delle Organizzazioni sindacali firmatarie, che, dopo aver espresso su tutti gli organi di stampa la loro contrarietà alle misure tariffarie conseguenti al patto, ed avere persino ipotizzato un ritiro della propria firma dal patto stesso, ribadiscono all’incontro gli impegni presi con quella firma, che porteranno, a breve, a nuovi disagi per i cittadini utenti.

 

Ciò dimostra, ancora una volta, il ruolo di totale subalternità che le tre OO.SS., che oggi si indignano, hanno nei confronti dell’istituzione regione, approvandone l’operato “a prescindere”.

 

Come USB stiamo mobilitando e continueremo a mobilitare tutta la nostra organizzazione regionale per creare una opposizione “reale” a queste manovre che peggiorano le condizioni sociali e tolgono diritti basilari ai cittadini della regione lanciando una campagna regionale contro l’aumento e contro i tagli dei servizi pubblici e promuovendo lo sciopero generale nazionale di tutti i dipendenti pubblici e privati l’11 marzo.

 

P. USB Emilia-Romagna

Alessandra Cuozzo