GRANDE VITTORIA DELL'USB E DEI LAVORATORI DEL CONVITTO DI CORREGGIO. LA MOBILITAZIONE PROSEGUE
Con decreto del Vice Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna n° 4 del 17 gennaio 2014, sono stati individuate le modifiche alla rete scolastica ai fini della programmazione territoriale.
All'articolo 2 comma 3 di questo decreto, si specifica che l'Istituto Professionale di Correggio con Convitto annesso non può partire poiché manca – allo stato attuale – la coerenza normativa al riguardo, ossia l'individuazione ministeriale giusto articolo 2 comma 642 della legge 244/07 e i numeri per la sua esistenza, citati nel DPR 81/09 all'articolo 20.
Il decreto dell'USR smentisce clamorosamente le intenzioni delle amministrazioni che, con argomenti assai poco comprensibili – come la necessità di completare l'operazione in breve tempo, determinata da un mai precisato rischio di non solvibilità circa i debiti del “Corso” - avevano inteso tagliare un servizio educativo così importante pur non avendone titolarità, tutta in capo ai dicasteri dell'Istruzione e dell'Economia.
L'attuale situazione prefigura una vittoria delle posizioni del sindacato USB e di tutti i lavoratori del Convitto. Fin dal primo incontro con le amministrazioni, in Provincia il 15 ottobre 2013, abbiamo infatti sostenuto la necessità di superare la gestione emergenziale con idee fattibili di rilancio, non volte a colpevolizzare o penalizzare i lavoratori e l'utenza, indicando nella strada proposta – la voltura in convitto annesso - una serie di incompetenze e incongruenze normative: dalla sentenza TAR Lazio 7586/2013 al succitato DPR 81/09.
Abbiamo ribadito queste posizioni nelle assemblee sindacali dell'istituto di via Bernieri e, anche, nell'assemblea cittadina dell'11 dicembre, nel corso della quale la qualità degli interventi di cittadini, studenti e lavoratori ci hanno fornito la conferma dell'assoluta impopolarità delle decisioni dell'amministrazione. Decisioni che avevano il solo effetto di chiudere una storia di accoglienza e cultura plurisecolare o, quantomeno, a cambiarne irrimediabilmente il profilo pedagogico e giuridico liberandosi di un'utenza difficile e creando un pericoloso decremento occupazionale a carico, soprattutto, del personale educativo, ma che – in potenza – avrebbe potuto far sentire i suoi effetti su tutto l'organico scolastico della provincia reggiana.
Queste sono le motivazioni, consegnate anche al Prefetto in occasione dell'apertura dello stato di agitazione e della contestuale procedura di conciliazione e nei confronti delle quali le risposte sono state solo di generica e inconsistente rassicurazione. Tali risposte, insieme alla difesa della giunta comunale - la quale a poche ore dalla sua decadenza in consiglio, confermava con delibera n° 107 del 29 novembre, la volontà di chiudere l'esperienza convittuale - ci hanno spinto a proseguire la lotta a fianco dei lavoratori del “Corso” e sono state ribadite, unite alle perplessità sull'operazione , nel presidio del 7 gennaio, durante il quale siamo stati ricevuti dal sottosegretario Gian Luca Galletti.
I risultati appartengono alle lotte: i lavoratori sono gli unici titolati ad ascriversi la vittoria nella difesa di una scuola pubblica così importante per la città e il comprensorio.
Continueremo al loro fianco la mobilitazione affinché le velleità di chiusura del “Corso” cessino di esistere e per, contestualmente, aprire una fase di progettazione che li veda protagonisti, nel breve e nel lungo periodo, su basi partecipative totalmente nuove.
Unione Sindacale di Base
Federazione di Reggio Emilia