I 33 facchini iscritti a USB e licenziati da GLS occupano il tetto del magazzino di Piacenza
I 33 facchini iscritti all’Unione Sindacale di Base licenziati da GLS hanno scelto una forma di lotta radicale per protestare contro una misura estremamente ingiusta e rivendicare un diritto fondamentale: il lavoro.
La società SEAM, la fornitrice di servizi nell'hub piacentino della multinazionale della logistica li aveva licenziati perché “troppo conflittuali”. Infatti i 33 iscritti a USB avevano dato corpo ad un ciclo di lotte e scioperi tendenti ad ottenere condizioni di sicurezza sul posto di lavoro dopo essere stati aggrediti in 3 da un “caporale”.
Si trattava solo dell'ultimo di una serie infinita di episodi di aggressione e violenze subite nel magazzino.
Questo pretestuoso licenziamento plurimo per motivi disciplinari – un provvedimento ingiusto e tutto politico - ha fatto da apripista ad una dichiarazione di esubero per altri 54 lavoratori.
Vogliono intimidire i lavoratori e il loro sindacato per far passare misure di ristrutturazione che tagliano posti per aumentare profitti.
Hanno fatto male i loro calcoli, e la risposta dei 33 licenziati è nel segno della più ferma determinazione.
USB è al loro fianco e chiede l'apertura di un tavolo di confronto per riportare i licenziati al lavoro, per ridare serenità e sicurezza ad un magazzino nel quale il lavoro non manca.
Piacenza, 16 aprile 2019
USB LAVORO PRIVATO SETTORE LOGISTICA