LETTERA AL SINDACO MEROLA SUI FACCHINI DELLA GRANAROLO

Bologna -

Egregio Sindaco Merola,

l' Unione Sindacale di Base la invita a ritirare le dichiarazioni da lei rilasciate alla stampa riguardo la questione della lotta per il proprio posto di lavoro dei facchini della Granarolo.
Lei dichiara che deve essere ripristinata la legalità e a questo specifico richiamo vogliamo invitarla ad una seria riflessione.
La lotta che i facchini stanno portando avanti rientra nell’alveo democratico e costituzionale che il movimento operaio porta avanti da secoli, a fronte di un’ ingiustizia conclamata come quella del licenziamento arbitrario.
Il fatto che il salario di questi operai fosse stato decurtato del 35% (senza consultare i soci lavoratori, come spesso avviene ormai nelle cooperative) e che in base all' opposizione ad un licenziamento ingiusto si fosse aperta e conclusa una trattativa tra i lavoratori e la Legacoop che vedeva l'impegno alla riassunzione dei 51 facchini (impegno mai rispettato) non ha visto da parte sua una sola parola a favore, almeno del rispetto degli impegni presi.
Quali sono le regole democratiche da lei richieste?
Quelle di chi non rispetta gli accordi o quelle di chi vuole vederli applicati?
Lei, Signor Sindaco, usa arbitrariamente la sua posizione per difendere una visione sbilanciata della questione; le ricordiamo che è il Sindaco di tutti i cittadini del territorio comunale Bolognese e non solo di quella  parte a lei più congeniale. Suo dovere sarebbe incontrare ed ascoltare questi lavoratori cittadini del territorio da lei amministrato prima di esprimere parole vuote e prive di senso.
Qual è il tipo di pratica violenta che cerca di alzare il livello di scontro?
Lei sa benissimo che la lotta per i diritti in questo paese è vergata con il sangue della lotta partigiana, e ha visto nella Carta Costituzionale, che ha nel Lavoro il più alto valore, la base fondante per la ricostruzione di un paese che  durante il fascismo vedeva umiliati i lavoratori defraudati dei propri diritti e del proprio salario a favore di chi li sfruttava e li ammazzava nelle fabbriche e nelle città.
Esca dalla sua stanza e faccia un giro guardando sul muro di Palazzo d’Accursio quanti cittadini, bolognesi e non, hanno pagato con la vita la possibilità di esprimersi in Libertà dando dignità al Lavoro con la Elle Maiuscola.
La controparte di questa lotta è la Granarolo che non può fuggire dalle proprie responsabilità.
Questa azienda, che si vuole richiamare ai principi cooperativistici ma non li rispetta, ha visto sfruttare dei lavoratori all’interno del proprio ambito di lavoro (come molte altre varie cooperative all’interno del nostro territorio) non controllando l'operato delle aziende ha cui appalta i servizi; questa è l'illegalità che non ci piace.
Sempre più spesso la dicitura "cooperativa" appare come una foglia di fico per coprire lavoro nero, bassi salari e sfruttamento dei lavoratori.
Ci piacerebbe che lei si occupasse di questo tipo di illegalità; che spendesse parole in difesa del lavoro e della dignità dei lavoratori.
Lei  come Istituzione deve fare rispettare la Costituzione e gli accordi di assunzione che le controparti hanno preso; la sua posizione deve essere in difesa di chi lotta per fare riconoscere i propri diritti ed il proprio salario e non di chi ha fatto uso dello sfruttamento lavorativo.
Per questo noi ribadiamo la nostra solidarietà, e come Sindacato siamo al fianco di questi lavoratori con le modalità di lotta che hanno scelto, per continuare fino a quando non vengano rispettati gli accordi che le controparti hanno sottoscritto.
Scelga da che parte stare: se con i lavoratori o con chi non rispetta gli impegni.
Oppure lei, Sig Sindaco, si farà complice di chi viola gli accordi presi con l’arroganza della forza troppo spesso Pubblica.
La invitiamo, fino a che questo non avvenga , a ritirare dalle scuole i prodotti della Granarolo, un' azienda che sfrutta i lavoratori e fa in modo che gli impegni sottoscritti non vengano rispettati.
Ritiri i prodotti della Granarolo dalle scuole bolognesi, dia un segno di civiltà del lavoro almeno ai nostri bambini.
Cordiali Saluti

Unione Sindacale di Base