LICENZIAMENTO PER RITORSIONE DI 3 LAVORATRICI-MADRI: TPER RIFIUTA DI DARE SPIEGAZIONI ANCHE AL COMUNE DI BOLOGNA
Dopo gli scioperi dei lavoratori della Divisione Sosta Tper che nei giorni scorsi hanno portato a ripetuti incontri fra i rappresentanti della Giunta e i lavoratori, oggi la vicenda scandalosa di questi licenziamenti per ritorsione attuati da Tper è sfociata in Consiglio Comunale.
Dai banchi sia dell’opposizione che della maggioranza sono venute insistenti e ferme richieste di una presa di posizione ufficiale della Giunta su quanto sta accadendo in Tper.
Un’azienda che sta mostrando i muscoli senza alcuna giustificazione, colpendo deliberatamente lavoratrici-madri stimate da tutti i colleghi e da sempre apprezzate per il loro impegno e la loro correttezza sul lavoro.
L’evidente sproporzione fra i fatti contestati e i provvedimenti presi dall’azienda e la totale mancanza di spiegazioni o di qualsivoglia argomentazione che possa giustificare una decisione così grave è stata sottolineata oggi dagli interventi di esponenti di PD (Errani), SEL (Pieralisi), M5S (Piazza) e Forza Italia (Tomassini).
E’ invece apparsa sconcertante la risposta della Vice-Sindaco Giannini, che si è limitata a leggere la dichiarazione di Tper, con la quale l’azienda ha semplicemente rifiutato di fornire risposte o spiegazioni, anche allo stesso Comune di Bologna.
USB Lavoro Privato ha da settimane chiesto l'apertura di un confronto positivo con Tper, sollecitando anche la Giunta a farsene promotrice, per ricreare un clima ragionevole e positivo nei rapporti sindacali, sottolineando che nessun dialogo è possibile con chi licenzia delle lavoratrici come ritorsione per la mancata firma di qualche accordo aziendale.
L’uso della politica del bastone in Tper, esercitato da una dirigenza cieca e prepotente sulla pelle di lavoratori, rei solo di lavorare al meglio ed in condizioni spesso difficili, è inaccettabile e vergognoso.
Bologna, 24 aprile 2015
USB Lavoro Privato
Alessandra Cuozzo