Nella scuola della Costituzione nessuno è in esubero

Bologna -

Nella scuola della Costituzione nessuno è in esubero, no alla riconversione farsa, no alla mobilità forzosa, no ai licenziamenti Usb lo sciopero è solo rinviato, per permettere i soccorsi pubblici alle popolazioni colpite dal terremoto. L'8 giugno nelle scuole giornata di mobilitazione con la raccolta firme, mozioni, assemblee, striscioni e volantinaggi Raccogliamo migliaia di firme per fermare i corsi di riconversione forzata dei perdenti posto In tempi di annunci sulla licenziabilità dei dipendenti pubblici per fare ancora cassa sulla pubblica amministrazione, per “risolvere” il problema di oltre 10 mila docenti dichiarati “esuberi”, il Ministero dell'Istruzione li “invita” a corsi veloci di riconversione per insegnare sul sostegno. Si aggira l'obbligo sancito dai Tribunali di garantire il sostegno specializzato ai ragazzi diversamente abili che aveva fatto crescere il numero dei docenti. Così gli esuberi a tempo indeterminato vanno a eliminare l'ultima sacca di precari specializzati a contratto nazionale. Altri 10 mila licenziamenti, dei più giovani e in maggioranza donne, nel totale silenzio. Altri 10 mila docenti in attesa di ulteriori tagli spostati come pacchi su un insegnamento diverso rispetto a quello per cui hanno studiato. Tra i 10 e i 20 mila alunni staccati dai loro docenti specializzati. Sotto il ricatto della mobilità forzosa e il licenziamento, si creano le condizioni oggettive dello sfascio anche del sostegno. Stiamo vivendo le conseguenze della cura Gelmini e in queste settimane si stanno abbattendo quelle dei provvedimenti, spesso bipartisan, contro singoli pezzi della scuola: i docenti di sostegno, i docenti inidonei, i docenti di laboratorio, amministrativi, collaboratori scolastici: taglieggiati, caricati di lavoro spesso non di loro competenza, a causa anche degli accorpamenti delle scuole e chiusura degli Uffici provinciali del Ministero Docenti lasciati soli davanti una “riforma” che riduce l'orario di lezione e fa conto su docenti tuttologi per i quali il Ministero spende in media 9 euro l'anno per la formazione e l'aggiornamento e riconosce a fatica 5 giorni l'anno di permesso Scuole tenute in piedi da insegnanti e personale ATA che sarebbero dovuti andare in pensione, 3 mila quelli nati nel '52 bloccati per altri 6 anni e 5 mila quelli che pur avendone diritto non possono lasciare, magari perché hanno giovani figli precari in casa. USB lancia la proposta alle RSU e a tutti i lavoratori: iniziare un percorso di mobilitazione che non finirà in un giorno, ma che si fermerà solo alla riconquista della scuola pubblica statale. La paura, la sfiducia e soprattutto la guerra di tutti contro tutti in cui vogliono cacciare i lavoratori saranno respinte.