Nessun trasferimento nessun licenziamento! Solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori FIAC

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Esiste una sottile linea nera di pensiero che unisce le varie multinazionali nell’adozione della stessa soluzione per accrescere i propri profitti o limitare i danni fatti dai propri manager pagati profumatamente: razionalizzare, delocalizzare, licenziare. La lingua batte sempre dove il dente duole, quello della riduzione del costo del personale. A pagare alla fine sono sempre i lavoratori e le lavoratrici, molto spesso famiglie inserite in un tessuto sociale complesso, che spesso vengono definiti “risorse umane” ma che, da come vengono trattate, “risorse” lo sono ben poco e “umane” per niente.

 

Stessa situazione alla CasMatic/Fabio Perini di Calderara dove, anche in quel caso, c’è stato il tentativo di spostare le produzioni nello stabilimento toscano di Lucca, cosa poi non avvenuta grazie alla determinazione dei lavoratori e al sostegno delle istituzioni locali. Allo stesso modo anche a Pontecchio Marconi i dirigenti della FIAC (azienda della multinazionale svedese Atlas Copco) decidono che, per accrescere i propri profitti, i 130 dipendenti debbano essere trasferiti nello stabilimento torinese. Un atto che significa di fatto il licenziamento di 130 lavoratrici e lavoratori diretti più tutti quelli in appalto ed un durissimo colpo all’economia del territorio già duramente provato dall’emergenza sanitaria mondiale.

 

È vergognosa la proposta di trasferimento in Piemonte avanzata ai dipendenti. È la maschera dei licenziamenti indossata per cercare di ingannare i decreti legge emanati per affrontare l’emergenza del Covid-19.

 

In un momento storico così drammatico, questo atto criminale va respinto con fermezza! Crediamo necessario ed urgente che il governo costruisca un piano industriale serio per il rilancio e lo sviluppo delle attività produttive nel nostro paese ed approvi una legge che impedisca le delocalizzazioni delle società che hanno usufruito di soldi pubblici, fino anche alla nazionalizzazione. Nessun reale progetto di “Industria 4.0” è possibile se non esiste un vero piano industriale nazionale. Innanzi a tale cinismo adottare forme di lotta forti, come anche l’occupazione delle fabbriche, non è solo doveroso ma diventa indispensabile.

 

Come USB Industria Emilia Romagna e Rsu-USB presenti in Fabio Perini Bologna, GD Bologna, Titan Italia Finale Emilia, Inver Minerbio, Marcegaglia Ravenna, Toyota Carrelli Elevatori Bologna, Ocme Parma, San Polo Lamiere Parma, Fives Oto Reggio Emilia, Mingazzini Parma, Grandi Salumifici Italiani Modena, Elantas Parma, Reicol Parma ci aggiungiamo al coro voci levate in difesa dei posti di lavoro alla FIAC!

 

Innanzi a situazioni così tragiche non ci sono colori che possano dividerci! Con la speranza che la vicenda giunga a conclusione positivamente, ci schieriamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori esprimendogli tutta la nostra solidarietà! La FIAC di Pontecchio Marconi non deve chiudere!

 

USB Industria Emilia Romagna