NO ALLO SCIPPO DELLA LIQUIDAZIONE
DALL’ASSEMBLEA CITTADINA DELLA CUB
I LAVORATORI DICONO UN CHIARO NO ALLO SCIPPO DELLA LIQUIDAZIONE
CORTEO E PRESIDIO IN PREFETTURA
Sala gremita da 400 tra lavoratori e lavoratrici del settore pubblico e privato nell’ assemblea cittadina indetta oggi a Bologna dalla CUB contro lo scippo del TFR, la privatizzazione e lo smantellamento del sistema di previdenza pubblica.
E’ stata data ampia informazione su questo becero attacco alla previdenza pubblica, che vede i sindacati confederali complici ed in conflitto di interesse, essendo loro cogestori dei fondi negoziali.
E’ stato distribuito il materiale informativo per indicare ai lavoratori come compilare correttamente i moduli ministeriali e garantirsi di salvare il TFR.
Dopo i primi interventi l’assemblea si è spostata tra le strade del centro di Bologna, i partecipanti hanno formato un rumoroso e colorato corteo che si è portato sotto la Prefettura dove una delegazione ha incontrato il Viceprefetto Piantedosi.
La delegazione della CUB ha denunciato la campagna governativa a senso unico finanziata con soldi pubblici ma finalizzata esclusivamente al conferimento dei soldi dei lavoratori nei fondi integrativi, mentre nessuno spazio informativo né pubblico, né privato è garantito per coloro che si oppongono allo scippo della liquidazione.
Se a questo si aggiunge il fatto che i sindacalisti CGIL CISL e UIL si sono tutti trasformati in promotori finanziari, nell’intento di convincere i lavoratori a sottoscrivere i FONDI gestiti proprio dagli stessi sindacati.
Questa iniziativa segue e precede tante altre assemblee e presidi, con l’obiettivo di organizzare i lavoratori a difesa del sistema previdenziale pubblico: non aderendo al trasferimento del TFR, e facendo fallire questa pessima controriforma voluta dai poteri forti per spartirsi i circa 20 miliardi di euro annui del salario differito dei lavoratori.
Solo così ci sarà la possibilità di difendere e sostenere gli Enti Previdenziali pubblici e le loro casse, lottando per una vera riforma che riporti tutti al sistema retributivo, l’unico che potrà garantire pensioni decenti per il futuro delle vecchie e nuove generazioni.