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Sciopero 17 novembre - bologna

Successo dello sciopero indetto dal sindacalismo di base e della manifestazione composta da circa 15.000 persone che è sfilato per il centro di Bologna per poi concludersi nelle adiacenze dell’abitazione del Premie

Bologna -

IN 15.000 (invisibili) ALLA MANIFESTAZIONE DEL SINDACALISMO DI BASE

 

Successo dello sciopero indetto dal sindacalismo di base e della manifestazione composta da circa 15.000 persone che è sfilato per il centro di Bologna per poi concludersi nelle adiacenze dell’abitazione del Premier.

 

Uno sciopero ed una manifestazione che evidentemente hanno dato e continuano a dare molto fastidio se è vero che dopo avere subito, nelle scorse settimane, una pesante censura da parte della quasi totalità dei mezzi d’informazione e dopo il tentativo di vietare l’arrivo in Pzza. S. Stefano, oggi la questura di Bologna cerca di ridurne la portata facendo dichiarazioni francamente ridicole sul numero di partecipanti.

 

In corteo hanno sfilato lavoratori dei settori privati e degli enti pubblici, studenti medi ed universitari, immigrati, giovani dei centri sociali, precari, disoccupati, pensionati, per protestare contro la manovra economica del governo Prodi.

Vogliamo sottolineare:

la presenza di lavoratori delle fabbriche metalmeccaniche e chimiche della nostra regione i quali sono stati oggetto di atti intimidatori e repressivi da parte del padronato e dei sindacati concertativi che hanno cercato in tutti i modi di impedirne la partecipazione; le RSU della Ferrari di Modena; le tante lavoratrici precarie delle scuole e degli asili nido; le lavoratrici ed i lavoratori della sala borsa; i lavoratori di tantissime cooperative;

i lavoratori immigrati; una grossa rappresentanza di studenti medi ed universitari; l’adesione formale di tanti delegati cgil in dissenso con la loro organizzazione.

 

I manifestanti hanno dimostrato di non volere più fare sacrifici, come recitava lo striscione d’apertura ed allo stesso tempo di non credere alle favole.
Non credono ad una Finanziaria presentata come favorevole ai più "poveri" ma che invece continua a favorire solo le imprese e che è infarcita di tagli a sanità, enti locali e scuola.
Non credono ad una finanziaria che,  aumenta di 9 miliardi le spese militari mentre taglia i fondi allo stato sociale.

Non credono ad una finanziaria che non da alcuna soluzione seria al problema del precariato.

Non credono nemmeno ad una finanziaria regionale che con l’aumento dell’IRPEF parte con il piede sbagliato bastonando i soliti noti, ossia i lavoratori dipendenti ed i ceti popolari in genere.


Il Governo e i sindacati concertativi ora sanno, se non lo avevano ancora capito, che esiste un numero sempre crescente di lavoratori che non si riconoscono in "governi amici" e che valutano norme e provvedimenti sulla base dei loro contenuti.

E proprio su queste basi respingeranno al mittente l’accordo segreto sulle pensioni e lo scippo del TFR.

 

                                                                                                                                       p.Confederazione Unitaria di Base   Massimo Betti