SCUOLE MERLANI; SI ALZA IL SIPARIO.

Bologna -

In questi giorni i 22 rifugiati che ancora abitavano le ex "Scuole Merlani", stanno completando il trasloco che li porterà ad abitare i quattro appartamenti messi a loro disposizione dall'Asp. Questo passaggio comporta un notevole passo avanti sul piano della qualità delle loro esistenze ma sopratutto rappresenta, ancora una volta, la conferma che autogestione e gestione condivisa delle risorse e delle strutture pubbliche possono rappresentare la soluzione a problemi che oggi appaiono insormontabili. I rifugiati andranno a stare meglio e, come sindacato degli abitanti, siamo orgogliosi del ruolo che abbiamo avuto in questo percorso. Un grandissimo risultato è stato ottenuto ma, alla luce di quanto continua ad accadere in città, non ci sentiamo assolutamente soddisfatti. Ieri, nel corso di una affollata assemblea tenutasi presso il centro di accoglienza autogestito "Lampedusa" (ex clinica Beretta), alla quale hanno partecipato i rifugiati attualmente ospiti delle strutture di accoglienza sia di Bologna che di Sasso Marconi (che all'inizio di aprile verranno messi per strada), quelli delle ex Merlani, quelli espulsi dalle strutture lo scorso novembre e ora ospiti presso le strutture del piano freddo (a fine marzo per strada) e tutti quelli che attualmente occupano la ex clinica, è emerso chiaramente che, nonostante i risultati raggiunti, "l'esperimento Merlani" rimarrà una cattedrale nel deserto. Dai loro racconti, dalle loro analisi e dalle informazioni in loro possesso si desume che non vi è nessuna volontà di proseguire il percorso virtuoso indicato dalle Merlani e che, comune e prefettura, intendono continuare nel solito, logoro, dispendioso giochetto che produce solo malessere sociale. Finchè ci sono i soldi, i rifugiati vengono affidati alle solite cooperative, quando i soldi son finiti tutti per strada! Anzi, per la verita, delle differenze appaiono rispetto al percorso ENA: ora i rifugiati ricevono un'accoglienza di ridicola durata (6 mesi contro i due anni dell'ENA), e vengono espulsi senza un documento d'identità (che significa impossibilità di trovar lavoro o di accedere ai servizi sanitari ecc.) e con un permesso di soggiorno della durata di appena un anno (motivi umanitari). Ci chiediamo dove siano finite tutte le entusiastiche dichiarazioni del sindaco Merola a proposito delle Merlani (..."un esperimento riuscito che va assolutamente replicato..."9, dell'Ass. Frascaroli e di tanti altri esponenti della giunta, ci chiediamo dove siano finiti i soldi (circa 12.000 euro) che la provincia aveva stanziato per questo progetto e che non sono mai arrivati ai rifugiati. Si tratta ovviamente di una domanda retorica; è evidente che una giunta di lacchè renziani non ha nessun interesse a replicare qualcosa che non ha prodotto profitto ma diffuso benessere, che non ha favorito il solito carrozzone di clientele rappresentato dalle cooperative. Le Merlani rappresentavano una testimonianza scomoda che bisognava concludere al più presto e in maniera silenziosa e indolore, una proposta alla quale non si poteva dire di no. Altrimenti, ci chiediamo ancora, com'è che in un contesto di risaputa emergenza abitativa con decine di famiglie per strada, son improvvisamente saltati fuori quattro grandi appartamenti? E' vero, Asia-usb ha accettato quando poteva dire no, quando poteva opporsi a qualcosa della quale aveva pienamente compreso il significato. Lo abbiamo fatto, come sempre, nell'interesse delle persone e nella consapevolezza che la lotta per la casa il lavoro e la dignità deve continuare e continuerà anche col contributo dei rifugiati delle "ex Merlani" che ora hanno una vera casa. Sarà una lotta dura e faticosa che condurremmo assieme ai lavoratori della logistica coi quali ieri, per tutta la notte abbiamo bloccato decine di camion davanti ai cancelli SDA, coi lavoratori delle cooperative che, assieme ai rifugiati, pagheranno caramente i tagli in bilancio, con le famiglie sfrattate e con quelle sotto sfratto, con le centinaia di inquilini acer che rischiano di perdere un alloggio che non è più popolare e con tutti i lavoratori che non accettano le privatizzazioni e la messa a valore dei diritti. Con questi settori e assieme a molte altre realtà bolognesi, stiamo costruendo una grande giornata di mobilitazione che, il 14 marzo, attraverserà la città per ribadire che l'wellfare che vogliamo deve essere gestito dal basso e che tutte le risorse e le strutture disponibili devono essere utilizzate nell'interesse delle persone. 10-100-1000 "ex Merlani" ASIA-USB BOLOGNA 347 79 25 632