Se non ci conoscete….guardateci nel viso

Bologna -



Noi capitreno e macchinisti del trasporto regionale Emilia-Romagna, gruppo FS, incroceremo  le braccia dalle 21.00 di sabato 15 alle 21.00 di domenica 16 giugno.
Le ragioni di questa seconda azione di lotta vanno ricercate nella contrarietà:
- ad un contratto che ci fa lavorare di più, riposare poco e vivere meno;
- al progressivo peggioramento dei turni di lavoro che non esitiamo a definire disumani oltre che nel sistematico ritardo con cui l'azienda consegna i turni e nello spostamento dei riposi settimanali che limitano la nostra stessa libertà personale; è surreale che l'azienda da un lato si preoccupi, giustamente, di averci lucidi ed efficienti sul lavoro – sottoponendoci ai test antidoping - e poi con questi ritmi, ci manda in giro ubriachi di sonno;
- ad un sistema pensionistico barbaro che non riconoscendo usura e atipicità del lavoro svolto ha aumentato l'età pensionabile anche per questo settore a 67 anni. Ricordiamo che l'aspettativa di vita media per un capotreno o macchinista arriva a 64 anni, un modo drastico per fare cassa con le nostre pensioni.
Queste le motivazioni alla base dello sciopero proclamato dall'USB.
Leggiamo da una nota diffusa dalle fs e trasmesso anche a bordo dei treni e nelle stazioni che lo sciopero sarebbe indetto da “... una sigla sindacale autonoma che le fs non riconoscono....”.
Il tono intimidatorio con cui tentano di depotenziare lo sciopero è l’ammisssione della loro stessa debolezza a fronte del crescente malcontento evidenziato   dall’ adesione alla prima azione di lotta dell’11 maggio scorso e che si preannuncia ancora più alta in questa seconda iniziativa.
Prima di emettere questo comunicato e per evitarsi la solita figuraccia, gli scaldasedie delle fs avrebbero fatto meglio ad informarsi:
L'USB non è un sindacato autonomo, ha da poco svolto il suo primo congresso nazionale rilanciando il proprio ruolo di sindacato indipendente, conflittuale e di classe.
In questo paese, nonostante i pesanti quanto inaccettabili limiti imposti, lo sciopero resta un diritto.
I Marchionne nostrani parlano di riconoscimento ma in realtà alludono alla complicità, quella stessa complicità con cui assieme ai sindacati-amici stanno smantellando il sistema ferroviario come diritto universale al trasporto e con esso i diritti dei lavoratori.
A noi interessa il riconoscimento e il crescente consenso che le iniziative di USB trovano tra i ferrovieri, un consenso che turba i sogni degli scaldasedie aziendali e dei burocrati sindacali.
Tra l'altro se le stesse fs, nonostante tutto, sono costrette a preannunciare soppressioni di treni e ritardi, vorrà dire che il nostro sciopero sarà un successo!

p. USB – LAVORO PRIVATO
Nicola De Pasquale
Tel. 340.6843035