SECONDO GIORNO DI SCIOPERO CONTRO I QUIZ INVALSI: LA PARTE MIGLIORE DELLA SCUOLA DICE NO
Nonostante la propaganda degli ultimi anni che mirava a  convincere della bontà dei quiz e della necessità di dividere scuole e  insegnanti in assurde classifiche, l'opposizione all'invalsi continua a  crescere. Sempre meno hanno successo le pressioni e le velate minacce di  dirigenti e loro “complici” che affermano una presunta obbligatorietà  dei docenti nel collaborare con questo ente esterno ed autoreferenziale. 
Continuano a pervenire notizie di classi in cui le prove sono  saltate o non vengono corrette in numerosi istituti di Bologna e delle  altre province della regione, o per il rifiuto dei docenti o tramite  l'adesione allo sciopero che oggi coinvolgeva le scuole medie. Citare il  dato dell'adesione allo sciopero nelle classi campione (dove i quiz  sono somministrati dal personale invalsi) è pura propaganda; questo  infatti è solo uno degli strumenti con i quali i docenti si sono potuti  opporre ed era rivolto a quanti fossero stati indicati come  somministratori. Sono altri i dati significativi, come il numero di  scuole in cui gruppi di colleghi hanno espresso la propria  indisponibilità a collaborare; le notizie di genitori che si accordano  in modo che uno prenda ferie per tenere a casa anche i figli degli  altri; le assemblee di studenti delle superiori che si preparano ad  altre forme di boicottaggio. La resistenza all'invalsi, ripresa 2 anni  fa da una pattuglia di insegnanti, è ora molto più forte e fa paura. 
Lo dimostrano i numerosi atti dell'amministrazione volti a  prevaricare i diritti e la libertà d'insegnamento con disposizioni  illegittime, quando non con vero e proprio comportamento antisindacale  tramite la sostituzione del personale in sciopero. In un Istituto della  provincia di Ferrara sono state chiuse tutte le classi non coinvolte dai  quiz, in modo da assicurare la presenza di un numero di docenti tale da  poter sostituire gli scioperanti. La somministrazione dei quiz è quindi  più importante del diritto all'istruzione? Nonostante questo alcune  prove sono saltate. USB ha dato mandato ai propri avvocati per valutare  possibili ricorsi legali. Questi episodi indicano però che in ballo non  c'è solo un modello di valutazione, ma un disegno di dequalificazione  della scuola (intesa come centro addestramento) e di sottomissione di  qualsiasi doveroso spirito critico tra i docenti. I risultati di questi giorni ci convincono che siamo sulla strada giusta  verso il rifiuto totale della logica della scuola “a crocette” voluta  dall'invalsi. Con con lo sciopero di giovedì 16 alle superiori avremo la definitiva  conferma. 
 
Bologna, 14 maggio 2013                          
                                                Francesco Bonfini USB P.I. Emilia Romagna 
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