Usb Parma contro il sindaco Pizzarotti M5S
Una battaglia concreta per la rivendicazione di quanto fino all’anno scorso era garantito, ma anche una battaglia simbolica contro la tendenza europea, nazionale e locale verso lo smantellamento dei servizi pubblici. Il sindacato di base Usb prende una posizione pubblica sulla vertenza che vede i dipendenti del Comune di Parma sul piede di guerra contro le decisioni della giunta Pizzarotti sulla riduzione del fondo indennità e dei premi di produzione.
Alla vigilia del tentativo di conciliazione che si terrà giovedì pomeriggio in Prefettura, la rappresentante sindacale dei dipendenti Laura Bergamini parla di un “atteggiamento ragionieristico del sindaco Pizzarotti, che accusa i lavoratori di fare politica. Noi rispondiamo: certo che facciamo politica, politica sindacale. Come lui fa politica con un’applicazione pedissequa delle normative che si inseriscono in un lungo percorso di tagli del personale, tagli dei servizi, svendita dei servizi tramite le privatizzazioni”.
Le Rsu, rappresentanza sindacali unitarie, hanno costruitoa autonomamente proposte poi condivise dai sindacati: “Questo è un vero organo di democrazia diretta – continua Bergamini – vogliamo tenere insieme tutti i dipendenti del Comune, non devono essere messi l’uno contro l’altro. D’altra parte non è giusto che alcuni godano di posizioni di privilegio, come i dipendenti in comando di Parma Infrastrutture, che hanno un riconoscimento di produttività lontanissimo dalla media degli altri dipendenti, che di circa 300 euro l’anno. Vogliamo che la cittadinanza sappia che non abbiamo chiesto al Comune un euro di più, chiediamo di mantenere le condizioni economiche e normative riconosciute fino al < >2012”.
“Quello che colpisce della giunta Pizzarotti è l’assenza di novità – rincara Carlo Rasmi, membro del coordinamento provinciale Usb – è difficile non definire ostile l’atteggiamento di un sindaco che ha avuto la geniale idea di pagare un debito da 800 milioni in tre anni, a carico dei lavoratori e a scapito dei servizi. Pensiamo solo che oggi il welfare versa in gravissime condizioni, ogni assistente sociale ha in carico 130 casi, e non ci sono fondi. Chi amministra deve fare delle scelte. Ormai essere contro l’austerity non significa neppure essere progressisti, ci sono fior di intellettuali e premi Nobel che contrastano queste politiche che non fanno che aumentare disoccupazione e povertà. Verremmo che l’amministrazione Pizzarotti cambiasse registro: queste politiche sono inserite in contesti politici ed economici che noi avversiamo. E ovviamente sosteniamo la battaglia dei lavoratori”.
L’appuntamento con l’ultimo tentativo di conciliazione è per giovedì pomeriggio. Se il tavolo di accordo salterà, sarà sciopero.
“IL SINDACO LA SMETTA CON LA DEMAGOGIA” – Le segreterie provinciali di FP CGIL, FP CISL, UIL FPL e DICCAP SULPM replicano alle dichiarazioni del Sindaco “di aver abbandonato il tavolo di trattativa con la delegazione trattante di parte pubblica del Comune di Parma”.
“Il Sindaco – si legge nel comunicato stampa – dicono, la smetta con la demagogia e le imprecisioni: le Organizzazioni Sindacali non hanno mai abbandonato il confronto come dimostra la stessa delibera di giunta n.383 del 12 giugno 2013, in cui l’Amministrazione ha proceduto con atto unilaterale, poiché - ha dichiarato – la trattativa non ha consentito di raggiungere nessun accordo e le parti hanno deciso di conservare le reciproche differenti posizioni dopo che il Presidente della delegazione trattante in data 7 giugno 2013 aveva comunicato l’intenzione di procedere con atto unilaterale qualora non si si fosse raggiunto un accordo.
Ora, davanti ad un ultimatum, in cui o si prende o si lascia, i sindacati di categoria hanno ribadito le loro posizioni di merito. L’Amministrazione ha deciso di non accettare un accordo ponte che permettesse di trascrivere dal loro punto di vista normativo 15 anni di contratti decentrati e dal punto di vista economico di distribuire le risorse a disposizione con equità certezza e trasparenza.
Il Sindaco o è male informato oppure in malafede perché sa benissimo che nessuno ha abbandonato il tavolo. Al contrario, Sauro Salati (FP CGIL), Pia Russo (FP CISL), Carla Shiappa (UIL FPL) e Salvatore Mistretta (DICCAP SULPM