28 novembre sciopero generale e manifestazioni a Bologna, Parma e Rimini. Sabato 29 tutti a Roma.
CONTRO LA MANOVRA DI GUERRA E L’ECONOMIA DEL GENOCIDIO, PER SALARI, PENSIONI E DIRITTI SOCIALI
venerdì 28/11 sciopero intera giornata
Bologna: manifestazione e corteo, ore 9.30 da Piazza Maggiore
Parma: manifestazione e corteo, ore 9.30 da Piazzale Santa Croce
Rimini:: manifestazione e corteo ore 9.00 Arco D'Augusto
Sabato 29/11 manifestazione nazionale a Roma (Porta San Paolo ore 14.00)
Il governo ha approvato una manovra di bilancio che non difende il lavoro, ma lo attacca.
Una manovra di guerra, che taglia scuola e sanità, congela i salari anche del pubblico impiego, non recupera l’inflazione, aumenta la spesa militare e regala miliardi di euro a banche, imprese e rendite da capitale.
Mentre i prezzi continuano a salire, gli stipendi restano fermi e le pensioni si riducono ogni anno. Si lavora di più, si guadagna di meno e si vive peggio.
Questa non è crisi: è una scelta politica, e chi la paga sono i lavoratori e le lavoratrici.
USB DICE BASTA: VOGLIAMO PIU’ SALARIO E DIRITTI
Scioperiamo per dire che il lavoro deve tornare a valere. Perché non è accettabile che in Italia tre persone su quattro guadagnino meno di duemila euro, mentre i profitti crescono e la povertà dilaga. Chiediamo:
un salario minimo contrattuale non inferiore a 2000 euro;
una pensione minima di 1500 euro e l’uscita a 62 anni;
la rivalutazione automatica dei salari e delle pensioni al costo reale della vita;
un forte intervento pubblico per sanità, scuola, casa e trasporti;
la fine della precarietà e delle esternalizzazioni;
lo stop alla spesa militare e alla politica di guerra che ruba risorse al lavoro e alla società.
FERMIAMO L’ECONOMIA DELLA GUERRA E DEL GENOCIDIO
Ogni euro speso in armi è un euro tolto alla sanità, alla scuola, alle pensioni, alla sicurezza sociale. Il Governo Meloni con le sue scelte alimenta un’economia di guerra che arricchisce le industrie militari e toglie ossigeno al lavoro e ai servizi pubblici.
Mentre si tagliano ospedali e stipendi, si finanzia la distruzione e si tace davanti al genocidio del popolo palestinese, che si consuma sotto gli occhi del mondo nel silenzio complice delle istituzioni europee e italiane.
USB rifiuta questa logica: la nostra sicurezza è il lavoro, la pace, i diritti sociali, non le bombe né i carri armati.
IL 28 NOVEMBRE, BLOCCHIAMO IL PAESE E IL 29 TUTTI A ROMA
Lo sciopero generale è la risposta collettiva a chi vuole renderci invisibili. Il giorno dopo, sabato 29 novembre, saremo a Roma per la manifestazione nazionale: per portare in piazza la forza del lavoro, dei giovani e dei movimenti sociali.
Bloccare tutto per cambiare tutto.
Perché se non cambiamo il modello, non cambierà mai la società.