6 maggio uno sciopero che non ci riguarda
Lo sciopero della CGIL del sei maggio si caratterizza più come una operazione pre-elettorale, siamo a ridosso dal voto amministrativo, che come vera risposta all’attacco che le lavoratrici e i lavoratori delle coop sociali e del terzo settore stanno pesantemente subendo nei posti di lavoro dai “buoni padroni delle cooperative”, che nascondendosi dietro le solite giustificazioni: accreditamento, crisi economica e tagli al welfare, peggiorano le condizioni di lavoro, erodono salario, impongono più flessibilità e pretendono obbedienza, disconoscendo anche i più elementari diritti contrattuali e sindacali.
L a CGIL insieme a CISL e UIL negli anni 90, periodo di vacche grasse e in piena fase di privatizzazioni ed esternalizzazioni di pezzi consistenti di welfare, hanno regalato ai lavoratori e alle lavoratrici del settore il peggiore contratto nazionale di categoria (ce ne sono veramente tanti!), salvo poi dimenticarsi di farlo applicare nei posti di lavoro, perché loro al magico mondo delle coop sono sempre stati affezionati e in qualche modo grati.
Sappiamo bene, ed è scritto nella storia di questo settore, che molti sindacalisti confederali hanno trovato nelle cooperative opportunità di carriera, di potere, di profitto personale ed economico.
Oggi che è giunto il periodo delle vacche magre per i lavoratori e le lavoratrici del settore, i dirigenti stanno sempre bene e hanno un contratto che si rinnova ancora prima che scada e gli garantisce stipendi alti e ottime garanzie contrattuali, la CGIL nelle vertenze aziendali e territoriali quando deve usare lo sciopero per garantire gli interessi di chi rappresenta è capace di aprire tavoli di confronto su tavoli di confronto fino allo sfinimento, per poi convogliare i lavoratori delle coop e del terzo settore dentro il “grande evento” di uno sciopero come quello del 6 maggio, che per tempistica e contenuti ci sembra alquanto tardivo e fortemente a sfondo politico.
E’ giusto scioperare per il salario, per l’occupazione e per i diritti, e non siamo contrari a questo sciopero solo perché apparteniamo al sindacato di base, ma visto l’attacco che tutto il padronato sta sferrando al mondo del lavoro, con la complicità della politica sia di destra che di centro-sinistra, è giusto organizzare percorsi di lotta veri che mettano al centro delle loro rivendicazioni gli interessi dei lavoratori, e nel nostro caso anche degli utenti perché qualità dei servizi e condizioni di lavoro stanno insieme, coinvolgendo direttamente i lavoratori.
Alla manifestazione del 6 Maggio in prima fila ci saranno coloro che sono gli artefici e gli esecutori dei tagli al Welfare del nostro territorio, ad iniziare da Errani per finire al sindaco di Casalecchio Gamberini. Basterebbe questo elemento per ogni forma di rivendicazione e di protesta di coloro che lavorano nel welfare.
Noi non manifestiamo con chi vuole condannarci alla miseria, tagliare i servizi, dequalificare la nostra professionalità, alla Giunta Regionale e ad Errani noi chiediamo la pilla che hanno nel cassetto.
Per questo abbiamo convocato un primo momento di presidio/assemblea per il 12 maggio alle ore 17 sotto la Giunta Regionale in Via Aldo Moro.
PER VINCERE OCCORRE PERSEGUIRE GLI OBIETTIVI GIUSTI!
USB – cooperative sociali e terzo settore