BASTA CON LA PROPAGANDA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA SUL RIENTRO A SCUOLA! VOGLIAMO CHE LE MISURE IN SICUREZZA PER L’AVVIO DELL’ANNO SCOLASTICO 20/21 SIANO RESE PUBBLICHE.
A fine giugno sono stati resi noti i risultati dell'indagine sulla didattica a distanza nella scuola primaria, svolta dalla Rete dei Comitati genitori di Bologna e provincia su un campione di 1905 famiglie, dal quale emerge con oggettiva evidenza quello che l’USB Scuola sostiene già da tempo: la didattica a distanza è soltanto una soluzione d'emergenza che non può essere considerata una valida alternativa alla didattica in presenza, perché aumenta la diseguaglianza tra gli studenti, non garantisce il diritto allo studio a tutti e produce effetti dirompenti nella fruizione dell’apprendimento tramite il digitale che si potranno osservare solo nella lunga durata. Infatti i genitori interpellati, con figli nell'86% delle scuole primarie del bolognese, hanno in maggioranza bocciato la Dad, definita "palestra di diseguaglianza", e non solo per la mancanza di adeguati strumenti tecnologici e di connessione internet da parte delle famiglie meno abbienti, ma anche per la disomogeneità e la disparità con cui è stata condotta, cosa che ha svantaggiato in particolare i bambini più piccoli, gli alunni con bisogni speciali e disabilità e quelli provenienti da famiglie in cui i genitori non parlano l'italiano o non sono in grado di aiutare i bambini nei compiti e nell'uso del computer.
Attualmente è rimasto inascoltato l’appello della rete dei genitori, che ha inviato il report dell'indagine alle istituzioni pubbliche e alle maggiori testate giornalistiche affinché la riorganizzazione degli istituti scolastici a settembre tenesse conto, al di là dei proclami, della realtà effettiva del nostro territorio, in nome del diritto allo studio, che rimane costituzionalmente garantito in tutto il territorio nazionale. A esclusione dei proclami da parte della vicepresidente della regione Emilia Romagna Elly Schlein e delle indiscrezioni trapelate a mezzo stampa sulla ricerca e messa a disposizione di spazi quali quello della Fiera, non esiste ancora un piano condiviso pubblicamente in ogni dettaglio dal Tavolo per la riapertura dell’anno scolastico che è al lavoro ormai dal 2 luglio 2020 e che vede coinvolti tutti i soggetti responsabili a livello comunale, regionale e della città metropolitana. La didattica in presenza in sicurezza è l’unica soluzione possibile nel rispetto dei diritti dei lavoratori perché è da questa interdipendenza che dipende la qualità del servizio pubblico.
Non è più accettabile il gioco della propaganda mediatica e delle promesse sul possibile rientro, così come non è accettabile il velato riferimento alle soluzioni di compromesso che famiglie e lavoratori si troveranno a ingoiare con ogni probabilità tra poche settimane se chi è responsabile della cosa pubblica scaricherà pilatescamente sulle singole scuole la gestione di problemi che, una volta di più, non possono essere affrontati a suon di burocrazie o di narrazioni pedagogiche utilizzate impropriamente per reggere la facciata di una scuola pubblica statale deprivata da anni di risorse economiche, di spazi, di assunzioni.
Non è più l’ora di propaganda e promesse, è l’ora della responsabilità e della trasparenza verso i cittadini, delle risposte di soluzione e non di compromesso.