Bologna, no ai trasferimenti forzati dei dipendenti della Sala Bingo Regina: il presidio in piazza Maggiore
Dopo un incontro con l'azienda Giovedì 2 luglio, dall'esito decisamente insoddisfacente, continua la battaglia dei dipendenti della Sala Bingo Regina gestita dalla multinazionale spagnola Codere; l'azienda ribadisce, a fronte della chiusura della sala di viale XII giugno, l'unica proposta fatta ai dipendenti, ovvero essere trasferiti in altre città: da Pavia, la più vicina, a Lecce.
Un fenomeno che si presenta purtroppo anche in molte altre aziende che, non potendo licenziare, trasferiscono i lavoratori come pacchi, senza presentare alternative se non dimettersi e potenzialmente perdere anche la Naspi.
Non si tratta di difendere una sala giochi, ma di rispettare i diritti di lavoratori, uomini e donne in carne e ossa.
Le crisi aziendali non possono pesare sui lavoratori, così come non è accettabile la volontà delle aziende di disfarsi dei dipendenti per abbassare le proprie spese, costringendoli a interrompere bruscamente la vita costruita nel proprio territorio e a trasferirsi in un'altra città.
Riteniamo quindi inaccettabile la volontà dell'azienda, dettata solo dalla convenienza economica: i lavoratori non sono pacchi di cui disporre secondo la propria volontà.
Venerdì 3 luglio Usb ha organizzato in presidio sotto la sede del Comune, Palazzo d'Accursio, chiedendo un incontro all'assessore al lavoro Marco Lombardo. Questo per fare in modo che l'amministrazione si faccia carico di garantire la continuità lavorativa, tramite percorsi di ricollocamento mirati e il più possibile affini alle competenze acquisite, a tutti i lavoratori che non vorranno accettare i trasferimenti come è loro diritto.
Come dicono i lavoratori stessi, lavorare in un bingo non è una scelta di vita, è un lavoro, come i tanti che ci troviamo a svolgere per vivere. Quindi quello che chiediamo è l'impegno del Comune a garantire che nessuno rimanga senza lavoro, a prescindere dal settore in cui si proporrà il ricollocamento: se servirà dunque rivendicheremo anche l'accesso a percorsi di formazione che favoriscano il rientro al lavoro in altri tipi di attività.
Con il presidio di Venerdì vogliamo inoltre lanciare un messaggio perché tanti lavoratori e lavoratrici stanno soffrendo problematiche simili, durante e dopo il lockdown, che vanno dalla perdita di salario o reddito alla perdita effettiva del posto di lavoro, tramite trasferimenti forzati o mancati rinnovi contrattuali: nessuno deve rimanere solo!
L'USB continuerà a promuovere, appoggiare e sostenere la lotta di chi oggi è penalizzato mentre i dirigenti aziendali continuano a fare i loro comodi e cavarsela: questa emergenza non la pagheremo noi!
Unione Sindacale di Base – Bologna
02/07/2020