Bologna. Ulteriore riorganizzazione degli ex URP di quartiere: il Comune continua a smantellare le sedi

Bologna -

Negli stessi giorni in cui l' Amministrazione presentava la riorganizzazione degli ex URP e la nuova denominazione (Uffici Comunali di Prossimità) e con la stessa modalità con cui è stata gestita questa trasformazione ( ovvero quello che rimane dalle ceneri di servizi che negli anni e soprattutto durante la pandemia è stato riferimento fondamentale dei cittadini), le colleghe della sede di Borgo Panigale - Reno, hanno appreso che gli ex URP di via XXI Aprile e di via Battindarno verranno spostati.

Il personale, che negli anni ha subito una decimazione per pensionamenti e trasferimenti mai sostituiti e di cui una parte a febbraio è stata ceduta ad altri uffici di Quartiere, scopre alla vigilia della conferenza stampa in cui sono stati presentati gli uffici di riferimento per la città, che quegli stessi uffici subiranno a breve, sembra a maggio, un'ulteriore modifica.

Per far fronte, a detta dell’Amministrazione, alla carenza di personale, particolarmente sentita nella sede di Borgo Panigale, è stato deciso l'accorpamento degli uffici di via XXI Aprile e via Battindarno, in una sede unica che non sarà nel Quartiere di riferimento, dove ci si aspetterebbe che fosse, ma a Villa Serena.

Dalle comunicazioni ricevute, la struttura sarà adibita a sola sede UCP (ex URP).

Non sono chiare, ancora, le dinamiche dell’accorpamento, non è chiaro come in una sede così isolata sarà garantita l’incolumità dei dipendenti, in un periodo storico in cui le aggressioni sono all'ordine del giorno. Ma soprattutto non è chiaro come tutto questo potrà risollevare le sorti della sede di Borgo Panigale, visto che le tre persone provenienti dalla piccola sede di Saragozza, a mala pena basteranno a coprire un bacino di utenza così vasto insieme ai cinque operatori di Reno.

Quello che però sappiamo è che, ancora una volta, la soluzione alle criticità dei servizi in città è quella di mettere una pezza, pur sapendo che il buco è più grande della stessa e che, in questa Amministrazione il gioco delle tre carte va per la maggiore.

Come se non bastasse, di fronte a questa novità e a tutto il pregresso che ha accompagnato questi mesi di affaticamento fisico e psicologico dei dipendenti, non vengono accolte le normali richieste di chiarimenti e legittimi dubbi sollevati da chi da anni lavora in un servizio sempre più snaturato nella sua essenza, ovvero di essere d 'aiuto alla cittadinanza. In particolare, alcuni dipendenti che hanno sollevato dubbi sull' effettiva utilità per i cittadini ed i lavoratori e le lavoratrici di questa ulteriore modifica, si sono ritrovati ad affrontare un clima aggressivo e di mancato rispetto da parte di chi, in Quartiere, quel servizio avrebbe dovuto gestirlo e tutelarlo fino a poco tempo fa. Anziché dare risposte concrete alle richieste di chiarimenti, ancora una volta, vengono scaricate le colpe sui dipendenti perché “non conoscono bene il loro lavoro”, perché utilizzano normali diritti come ferie o perché, addirittura sono in maternità o in malattia.

Sappiamo bene, però, che chi questa riorganizzazione l’ha pensata, decisa ed imposta, oggi cerca di nascondere le responsabilità politiche dello sfacelo dei servizi e tenta di vendere il piombo come fosse oro davanti ai giornalisti ed all' intera cittadinanza.

Anche per queste ragioni, ribadiamo l’apertura dello stato di agitazione e chiediamo con urgenza un tavolo straordinario sul futuro dei servizi in città e dei dipendenti e un consiglio aperto di Quartiere per un vero confronto con la cittadinanza ed i lavoratori.

USB Comune di Bologna