COMMEMORAZIONE DELLE BARRICATE PARMENSI DEL GIUGNO 1908

Parma -

Nell'ambito delle celebrazioni per il Centenario dello Sciopero Parmense del 1908 organizzate dalle Confederazioni sindacali USI/AIT ed RdB/CUB di Parma
Venerdì 20 giugno 2008 alle ore 18,30 in Borgo delle Grazie (adiacente area ex Anagrafe) con una semplice cerimonia verranno ricordati i drammatici avvenimenti del giugno 1908 che videro il governo liberale presieduto da Giolitti impiegare le forze armate per stroncare la resistenza dei
braccianti e dei popolani di Parma. Al termine della cerimonia, nella quale saranno pronunciati brevi interventi, vi sara un brindisi offerto dagli organizzatori.
I LAVORATORI SONO INVITATI

 

Parma, 16 giugno 2008
                                Per il Comitato Organizzatore
                                          Massimo Salsi

 

SCHEDA STORICA

Nel 1907 la Camera del Lavoro di Parma, sotto la guida di Alceste De Ambris,
massimo esponente del sindacalismo rivoluzionario, assunse posizioni di
netta rottura con la nascente Confederazione Generale del Lavoro di tendenza
riformista. Nel volgere di pochi mesi si scatenò nel parmense l'epico
scontro tra proletariato agricolo e capitalisti agrari conosciuto come
Sciopero del 1908.
De Ambris ebbe al suo fianco la carismatica figura di Filippo Corridoni che
Parma ricorda con un monumento posto all'ingresso dell'Oltretorrente in
continuità fisica ed ideale con via Farnese e Borgo delle Grazie. Lo
sciopero di Parma, che tenne le prime pagine della stampa nazionale ed
internazionale per vari mesi, è conosciuto dal grande pubblico attraverso
la narrazione  del film Novecento di Bernardo Bertolucci che si sofferma su
episodi rurali. Meno conosciuti sono gli eventi cittadini che costituiscono
il momento culminante dello sciopero.
La lotta si protraeva nelle campagne ormai da 50 giorni quando il 19 giugno,
nel tentativo di impedire l'arrivo in città, alla stazione ferroviaria, di
alcune centinaia di crumiri, la Camera del Lavoro proclamava lo sciopero
generale cittadino ed una grande manifestazione. Lo scontro si preannunciava
aspro ma il suo esito era già stato deciso a Roma dal capo del governo
Giolitti che, uscendo dalla neutralità, stroncava con la forza militare le
legittime rivendicazioni dei lavoratori. L'impiego di truppe appiedate ed a
cavallo di svariati corpi militari fu imponente. Furono sospese, di fatto,
le libertà costituzionali, il diritto di sciopero vanificato con la
sostituzione degli scioperanti.
La risposta dell'Oltretorrente e degli altri rioni proletari non fu passiva:
sorsero ovunque le barricate. I borghi delle Carra, dei Minelli e del
Naviglio stracolmi di un'umanità stracciona, generosa e solidale, risposero
con le sassate, agli assalti della cavalleria del Regio Esercito. Dopo due
giorni di battaglia cittadina la Camera del Lavoro fu occupata e devastata
dalla truppa. Centinaia furono gli arrestati. De Ambris riuscì a mettersi
in salvo riparando a Lugano. Anche se lo sciopero continuò fino a luglio,
la lotta fu persa. Il bilancio pesante. Furono migliaia i lavoratori
costretti ad abbandonare definitivamente le campagne. I Sindacalisti
Rivoluzionari che furono ridimensionati ma non dispersi, ebbero la capacità
di riprendersi e rimasero protagonisti della vita politica ed economica di
Parma. A ricordo degli avvenimenti il proletariato parmense adottò il 20
giugno come data celebrativa della propria volontà di riscatto e ogni anno
ne fu festeggiata la ricorrenza. Le organizzazioni Sindacali di Base USI/AIT
ed RDB/CUB, eredi di quell'esperienza, riprendono nel Centenario del Grande
Sciopero quella solenne celebrazione.

(Massimo Salsi)

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