Comune di Bologna: incurante dell'aumento dei contagi l'amministrazione affolla gli uffici comunali

Bologna -

Il Comune di Bologna, con una nota del 16 Ottobre firmata dal Direttore Generale V. Montalto ha formalizzato a tutti i dipendenti la ripresa del lavoro in presenza “almeno 3 giorni a settimana”. Questa decisione, che non tiene conto né della differente natura degli uffici e dei servizi né delle specifiche condizioni del personale impiegato, viene presa dall'Amministrazione senza considerare in alcun modo il delicato contesto pandemico che nelle ultime settimane sta vedendo l'aggravarsi della diffusione del contagio in tutto il Paese e pertanto anche nella nostra Regione.

Tale decisione è stata presa unilateralmente dall'Amministrazione in assenza di qualsiasi reale confronto con le Organizzazioni Sindacali, senza specificare le modalità di rientro e quali misure mettere in campo per tutelare la salute e la sicurezza dei dipendenti, dei cittadini-utenti e dei loro familiari. Anzi, l'Amministrazione azzarda una non meglio specificata flessibilità in entrata ed in uscita dei dipendenti per limitare il sovraffollamento sui mezzi di trasporto ignorando il fallimento della decisione politica di questa Regione in materia di trasporto pubblico che imponeva una capienza massima dell'80% dei posti in vista della riapertura delle scuole piuttosto che prevedere un reale potenziamento del servizio stesso.

L'incuranza e la superficialità dell'Amministrazione di fronte ad un incremento significativo del numero dei contagi si ripercuote perciò inevitabilmente su tutto il personale coinvolto che si ritroverà a riprendere l'attività in presenza senza precise indicazioni e nella totale discrezionalità dei dirigenti dei singoli servizi.

A tal proposito crediamo infatti che la modalità di svolgimento della prestazione non possa essere decisa senza una valutazione concreta che concili la tutela della salute psicofisica dei lavoratori con la necessità di garantire i servizi ai cittadini. Ciò deve tener conto delle peculiarità dei servizi, ossia quelli che non prevedono il diretto contatto con gli utenti e quelli che lo prevedono. A ciò va aggiunta la valutazione degli spazi che, come già ampiamente riferito in passato, devono essere adeguati a garantire le distanze interpersonali e ogni misura necessaria ad evitare la diffusione del contagio. Ciò, ad esempio, non è sempre possibile negli uffici di Piazza Liber Paradisus dove il rientro forzato dei dipendenti comporterebbe l'esposizione dei dipendenti al rischio di contagio.

Pertanto, in considerazione della proroga dello stato di emergenza al 31/01/2021 e della straordinarietà dell'attuale contesto pandemico, riteniamo che la modalità di svolgimento del lavoro in Smart Working debba essere garantita per tutte le attività dove ciò è praticabile prevedendo, su base volontaria dei dipendenti, l'alternanza con la prestazione svolta in presenza. La modalità di lavoro a distanza non deve però essere un'arma a doppio taglio per i dipendenti che nei mesi scorsi si son visti ridurre il proprio salario (dai buoni pasto non riconosciuti alle specifiche indennità) e che hanno svolto la prestazione su orari che nella maggior parte dei casi superavano di gran lunga quelli di ufficio.

Diventa oggi necessario regolamentare questa modalità e porre un freno alla flessibilità selvaggia che fino ad ora ha reso difficile la divisione dei tempi di vita da quelli di lavoro. Il lavoro a distanza che in questa fase è dettato dalla necessità di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, non può comportare la perdita di diritti e di salario e va pertanto regolato attraverso specifici accordi collettivi che tutelino i lavoratori e che non lascino discrezionalità in materia di orario di lavoro e reperibilità alle singole dirigenze.

Inoltre, con particolare riferimento alle prestazioni che già ad oggi vengono svolte in presenza e che prevedono il continuo contatto con i cittadini, è necessario che l'Amministrazione metta in campo ogni misura necessaria ad evitare la diffusione del contagio, predisponendo non solo i dispositivi qualitativamente e numericamente adeguati, ma prevedendo effettuazione dei test di rilevazione del Covid-19 in maniera continuativa e costante al fine di monitorare la possibile diffusione del contagio.

 

USB Pubblico Impiego Emilia Romagna