Da Federmeccanica zero aumenti ai metalmeccanici. USB: smascherate Fim Fiom Uilm, in Emilia Romagna Venerdì 9 ottobre sciopero di due ore
Nella giornata di ieri, 7 ottobre 2020, si è consumata l’ennesima farsa, al tavolo di rinnovo del Contratto Nazionale dei metalmeccanici, destinato alle sole organizzazioni Fim-Fiom-Uilm, escludendo tutte le altre sigle rappresentative sul territorio nazionale tra cui USB che nel 2019 ha presentato una propria piattaforma poi snobbata da Federmeccanica.
Fim-Fiom-Uilm raccontano “è rottura sul salario”, indicando come inaccettabile l’intransigenza di Federmeccanica sul non voler riconoscere ai lavoratori metalmeccanici degli aumenti contrattuali.
LA VERITÀ È CHE LA RESPONSABILITÀ DI CIÒ È ANCHE LORO
E QUESTO AI LAVORATORI VA RICORDATO!
Federmeccanica, infatti, ha semplicemente fatto presente a Fim-Fiom-Uilm di aver accettato e sottoscritto, all’interno degli ultimi rinnovi contrattuali, uno strumento di calcolo basato sull’indicizzazione dei prezzi al consumo “IPCA” e che per questo motivo l’aumento previsto è di soli 40 euro lordi nei prossimi tre anni. Federmeccanica, inoltre, si è detta disponibile a riconoscere il welfare contrattuale, anche questo accettato e sottoscritto nell’ultimo contratto nazionale.
Usb ha sempre denunciato con forza che il CCNL nel 2016 non produce alcun aumento contrattuale significativo. Oggi il rischio è il riproporsi di un rinnovo disastroso basato su un’elemosina salariale in uno scambio pesante sui diritti. Oggi è necessario ricostruire una mobilitazione che riparta dagli interessi dei lavoratori, su salario, riduzione d’orario di lavoro, rilancio del welfare pubblico a contrasto di un modello privatistico di cui la pandemia ha messo a nudo tutti i limiti.
USB ritiene che vada contrastata apertamente l’impostazione di Federmeccanica, rispedendo al mittente l’idea che si possa fare un rinnovo contrattuale a costo zero. Il divario sociale cresce ed il salario dei lavoratori è crollato inesorabilmente.
Gli aumenti devono essere veri, a garanzia del recupero del potere d’acquisto e legati al costo della vita e non all’indice IPCA che oggi ha portato la rottura-farsa al tavolo del Contratto Nazionale e fatto emergere tutte le contraddizioni di Fim-Fiom-Uilm.
L’unità delle lotte dei lavoratori deve far capire a tutti soggetti coinvolti nella trattativa qual è la direzione da intraprendere. Chiediamo quindi alle lavoratrici ed ai lavoratori di favorire ogni iniziativa di protesta che parta da questi presupposti.
Con queste motivazioni USB indice a livello nazionale uno sciopero di 2 ORE
da svolgersi alla fine di ogni turno di VENERDÌ 9 OTTOBRE 2020
oppure secondo le modalità decise dalle singole Rsu aziendali.
PER UN CONTRATTO NAZIONALE VERO CI VUOLE COERENZA
E L’UNITA’ DELLE LOTTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI