EMILIA ROMAGNA:LE RAGIONI DEI LAVORATORI,RISORSE PER I DIRITTI NON PER I PROFITTI

Bologna -

 

Vogliamo contrastare il progetto “in salsa” regionale di gestione della crisi a favore delle imprese e dei gruppi finanziari, a discapito delle lavoratrici e lavoratori, dei servizi pubblici e dello sviluppo sociale.

Nel nostro territorio, come nel resto del paese, la Giunta regionale e i gli altri governi locali impostano la “ripresa” su grandi opere strategiche (che sono strategiche solo per i grandi costuttori e per gli industriali ma non per i lavoratori), sulla privatizzazione dei servizi pubblici, sul finanziamento delle ristrutturazioni delle imprese.

 

E' necessario anche nella nostra regione avviare una mobilitazione ed una vertenza con obiettivi chiari ed ambiziosi che rappresenti concretamente nei luoghi di lavoro e sul territorio una PIATTAFORMA ANTICRISI a favore di salariati, disoccupati, pensionati, i giovani, i settori popolari.

 

  • una inversione dell’attuale processo di privatizzazione e di smantellamento del welfare, della sanità, della scuola e dei servizi a rete (trasporti, gas-acqua-energia-ambiente), che porti anche al recupero di risorse per una diversa redistribuzione della ricchezza, anche su scala regionale;

 

  • una politica del lavoro regionale finalizzata all’eliminazione della precarietà lavorativa attraverso l'assunzione a tempo indeterminato dei precari e la re-internalizzazione dei servizi (contrastando ogni ipotesi di ulteriore privatizzazione del welfare tramite i meccanismi di accreditamento dei servizi socio-sanitari, che consenta alle Aziende per i Servizi alla Persona una funzione di riassorbimento dei precari e dei lavoratori in appalto);

 

  • introduzione di un reddito minimo sociale garantito per chi non ha lavoro, con CIG integrata almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori precari ed "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e;

 

  • un Piano di investimenti, non per “opere strategiche”, ma per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e degli istituti scolastici, il riassetto idrogeologico del territorio;

 

  • regionalizzazione delle politiche abitative e delle gestioni ACER, con reperimento di fondi per alloggi popolari; una politica regionale orientata all’utilizzo delle case sfitte, al recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; al blocco degli sfratti, ed al canone sociale per i bassi redditi.

 

MARTEDI’ 30 GIUGNO 2009 - ORE 15.00

PRESIDIO

PRESSO LA SEDE DELLA

REGIONE EMILIA ROMAGNA

PIAZZA ALDO MORO - BOLOGNA