Farmacie e coronavirus, così non va bene: garantire sicurezza e servizi essenziali

Bologna -

Nell’attuale emergenza sanitaria il servizio della distribuzione del farmaco garantito dalle farmacie territoriali è compromesso dalla grave gestione nello svolgimento dell’attività in cui le farmacie si trovano ad operare per affrontare l’attuale crisi.

Nonostante le misure di sicurezza siano state recepite dalle farmacie, ci troviamo difronte ad un rischio elevato testimoniato anche dai numeri dei contagi e delle morti che hanno colpito la categoria. Questo pericolo è determinato dall’impossibilità oggettiva per i lavoratori di una farmacia di operare tenendo le distanze tra loro durante tutto il turno lavorativo, motivo per cui in tutti i casi noti di positività da Covid19 su un farmacista si è verificato il conseguente contagio a tutti gli altri operatori dai farmacisti, ai commessi, ai lavoratori delle pulizie che operano nei locali.

Nell’esercizio di una professione sanitaria di primaria importanza dobbiamo inoltre far fronte ad una grave carenza di dispositivi di protezione individuale che rappresentano un ausilio a tutela della incolumità propria e del paziente che con il farmacista viene a contatto.

Le misure prese, piuttosto tardivamente, sull’agevolazione alle prescrizioni dei farmaci in regime SSN in forma totalmente dematerializzata ha evitato l’afflusso dei pazienti presso gli ambulatori della medicina di base ma ha mantenuto costante l’afflusso, anche della popolazione più fragile, verso la farmacia a causa della mancata organizzazione di un servizio a domicilio. Inoltre, l’apertura al pubblico delle farmacie ha indotto una parte della popolazione a recarsi in farmacia per motivi del tutto non essenziali a sostituzione di altre rivendite chiuse per il blocco.

La privatizzazione del servizio farmaceutico ha determinato una forte precarietà lavorativa. Un cospicuo organico aziendale è composto da turnisti che sono costretti a continui spostamenti anche giornalieri in città e in provincia mettendo in pericolo altri lavoratori. La gestione del servizio in forma sempre più privatistica e gli interessi collegati impone che regole del commercio e del marketing siano primarie anche rispetto alla salute dei lavoratori.

Le farmacie sono una attività essenziale per la popolazione ma i rischi devono essere ridotti al minimo anche con la modalità del servizio a “battenti chiusi”, come per i turni notturni, questo per garantire la massima sicurezza possibile sul posto di lavoro, ma anche eliminando le tante forme di precarietà e sfruttamento lavorativo messe in campo dalle aziende che gestiscono il servizio farmaceutico.

 

USB Bologna