I LAVORATORI DI BOLOGNA A SOSTEGNO DEL REFERENDUM CONTRO IL FINANZIAMENTO DELLE SCUOLE PRIVATE

Bologna -

Il referendum contro il finanziamento delle scuole private si terrà il 26 maggio, dopo che la Giunta Comunale ha ostacolato in ogni modo la possibilità che i cittadini si esprimessero sull'uso improprio dei fondi pubblici. Il Sindaco Merola, dopo aver buttato via risorse preziose rifiutandosi di accorpare il referendum alle elezioni politiche, impone di svolgere la consultazione in una sola giornata, nella speranza di ridurre la partecipazione al voto e di coprire così le profonde lacerazioni in seno alla propria maggioranza. Questi trucchi da prestigiatore non sortiranno effetti perchè i lavoratori e i cittadini hanno ben chiaro che questo referendum rappresenta un primo momento per dire NO al finanziamento pubblico delle scuole private, ma anche porre le basi per poter contrastare i processi di privatizzazione dei servizi educativi e scolastici già in parte attuati e che dal prossimo anno scolastico potrebbero interessare la totalità dei servizi, con gravi ricadute occupazionali, salariali e dei diritti dei lavoratori interessati nonché aumenti di tariffe.
Merola e i suoi assessori hanno già dichiarato esplicitamente che la “sussidiarietà” è il loro orizzonte: che significa delegare ai privati tutto il sistema del welfare cittadino che genera profitto e lasciare all’associazionismo e al volontariato la gestione di quei pezzi non appetibili per il mercato.
La convenzione tra il Comune e le scuole private, che oggi prosciuga oltre un milione di Euro l'anno, è datata 1994, rinnovata da tutte le Giunte che si sono succedute. Non si tratta quindi di una scelta dovuta alla crisi o ai tagli dei fondi agli Enti Locali.
E' falso dire che i fondi alle private servono per garantire l'assorbimento della richiesta di scuola dell'infanzia. Quest'anno 300 bambini sono rimasti senza un posto e molte altre centinaia hanno dovuto accettare scuole private, la responsabilità di questa situazione è da imputarsi al Sindaco e alla sua Giunta che hanno deliberatamente ignorato l’aumento demografico dei bambini e non si sono attivati per richiedere l’apertura di nuove sezioni statali, negando, nei fatti, il diritto costituzionale alla scuola pubblica.
I paladini dei finanziamenti alle scuole private usano tutti gli stessi argomenti. Fa specie vedere recitare il medesimo copione dalla gran parte dei partiti di centro destra e centro sinistra, dalla Chiesa Cattolica, dal sistema delle cooperative e dai sindacati concertativi, compreso la Cigl. A dire il vero Fiom ed FLC sostengono, almeno a parole, il referendum, ma ci chiediamo allora quale sia la vera Cgil; evidentemente qualcuno è fuori posto.
Il referendum del 26 maggio sarà importantissimo per le condizioni materiali dei lavoratori bolognesi. Si dovrà scegliere se, specie in un momento di vera crisi economica, i fondi pubblici, frutto delle tasse pagate dai lavoratori e dei cittadini, vadano usati per garantire servizi pubblici o dati in pasto agli appetiti di aziende private.
Tutta Italia guarda a Bologna e aspetta un segnale.
Mobilitiamoci fin da ora tutti per favorire una forte partecipazione al voto del 26 maggio, difendiamo un pezzo di Stato Sociale per difenderlo tutto.