I TERREMOTATI NON SI LICENZIANO!!!

Bologna -

Stamattina i lavoratori dell’Intra s.r.l., azienda in appalto alla Felsineo hanno protestano con sciopero a “sorpresa” e presidio contro il licenziamento di un collega, il non rispetto dell’accordo sottoscritto con l’USB al momento del cambio d’appalto e contro le ripercussioni nei confronti di tutti i lavoratori in appalto alla Felsineo. Sciopero a cui hanno partecipato il 100% dei lavoratori dell’appalto. L’azienda, infatti, coglie l’occasione del terremoto per licenziare un lavoratore che ha subito il danno del sisma restando senza dimora. Questo non è altro che l’ultimo di una tutta una serie di attacchi al lavoratore in un contesto di generale offensiva nei confronti di tutti i lavoratori della Intra, provenienti dal cambio di appalto. Sin dal principio l’azienda, infatti, ha sostanzialmente limitato il numero del personale e le ore di lavoro, col solo scopo di sostituire gradualmente i lavoratori. Cosi, mentre il lavoro continua ad essere lo stesso di prima, si pretende di svolgerlo in tempi nettamente ridotti, con ingenti ore di straordinario, continui cambi turno rispetto a quelli contrattuali e col ricorso a personale “esterno” in violazione dei patti stabiliti con l’USB volti invece al reintegro dei lavoratori in cassa integrazione, esclusi al momento del cambio appalto. Improvvisamente i lavoratori che da anni svolgono mansioni di lavagisti e facchinaggio presso la Felsineo con professionalità e dedizione, sono diventati per la nuova azienda “assenteisti e facili agli infortuni sul lavoro”, accusati di “atteggiamenti ostruzionistici, inopportuni e ingiustificati che rendono problematica la gestione dell’appalto” trasformandosi da un giorno all’altro in “minacciosi, danneggiatori e sabotatori”. Lo stesso Laucine, erroneamente “dimenticato” nel passaggio d’appalto, è stato assunto successivamente solo in seguito all’intervento dell’USB. Tuttavia l’azienda gli ha assegnato poche ore settimanali senza la specifica di un orario fisso, togliendogli ogni dignità facendogli percorrere giornalmente 61 Km per rispedirlo a casa senza lavorare, “invitato” continuamente a ricorrere alla richiesta di aspettativa non retribuita e addirittura di dimissioni. Pressioni che non si sono placate neanche a fronte del dramma del sisma che ha colpito l’Emilia Romagna, lasciando il lavoratore senza casa. L’azienda, con la scusante che il lavoratore non aveva più un domicilio fisso, e che quindi non era rintracciabile ha smesso di comunicargli i turni, di retribuirgli le ore stabilite contrattualmente, arrivando infine al licenziamento disciplinare. Ma di fronte all’arroganza padronale i lavoratori dell’Intra non ci stanno!!! All’attacco ai diritti dei lavoratori da oggi risponderemo con una serie di interruzioni del lavoro a sorpresa.

 

p.USB Lavoro privato Valentina Delussu