IL GOVERNO DEVE FERMARE TUTTE LE ATTIVITÀ: DIRITTO A SALUTE, OCCUPAZIONE E SALARIO

Bologna -

 

 

Siamo di fronte ad una situazione di enorme emergenza nazionale e senza precedenti. Si devono impedire tutte le situazioni che producono concentrazioni di persone. Non possono rimanere aperte le fabbriche o i magazzini della logistica con centinaia e migliaia di lavoratori quotidianamente a contatto; che siano in funzione stazioni ferroviarie, aeroporti, linee della metropolitana e centri commerciali; che restino aperti uffici a contatto con il pubblico senza aver assunto tutte le dovute precauzioni.

Che senso ha l’invito a rimanere a casa se poi le attività produttive continuano a funzionare? Che senso ha estendere la zona rossa a tutto il paese se poi si consente il regolare funzionamento delle attività di impresa? Il governo sta invitando a usare lo smartworking ma per tanti milioni di lavoratori non c'è alcuna possibilità di lavorare da casa: devono esporsi al rischio o hanno lo stesso diritto degli altri alla tutela della salute?

Il Governo deve fermare tutte le attività: la mobilità aerea, ferroviaria ed urbana, le attività produttive e commerciali, con la sola esclusione di ciò che è essenziale all'approvvigionamento dei beni e servizi indispensabili. Se il primo obiettivo è fermare il contagio e la salute occorre fermare tutto quello che si può fermare senza altro interesse, predisporre il massimo dei dispositivi di sicurezza per quelli che devono rimanere al lavoro.

I lavoratori devono restare a casa con la certezza del posto di lavoro e del salario fino al ripristino della normalità. Devono poterlo fare i lavoratori pubblici e quelli privati, i lavoratori autonomi e atipici. C'è bisogno di bloccare ogni licenziamento, estendere gli ammortizzatori sociali a tutti, estendere il reddito di cittadinanza a tutti quelli che si ritroveranno senza lavoro per il colpo mortale che sta ricevendo tutta l'economia del lavoro nero o grigio. Occorre fermare gli sfratti in tutto il paese, sospendere il pagamento dei mutui, delle bollette, delle rette per i servizi scolastici.

Per fare tutto questo servono risorse: una tassa sui patrimoni, prelevare risorse dalle spese militari, tassare le rendite finanziarie, usare il deficit pubblico rompendo le assurde regole di Maastricht, che rischiano di compromettere la nostra sopravvivenza ed istituendo un Fondo europeo ad hoc.

La portata di queste misure è enorme ma dietro l'angolo c'è la diffusione del contagio ed il rischio che il nostro sistema sanitario non riesca a far fronte ad una estensione del virus. Un disastro di proporzioni inimmaginabili.

Lo sciopero è la nostra forma per salvaguardare i diritti di tutti. Un'arma che vogliamo utilizzare come estrema ratio di fronte al cinismo dei padroni se la situazione continuasse ad aggravarsi e la salute continuasse a venire messa dopo le esigenze delle imprese. Ne abbiamo diritto come previsto dall’art. 44 del Testo Unico sulla salute e sicurezza e art. 2 c. 7 della legge 146 sul diritto di sciopero “protesta per gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori”.

Dove i datori di lavoro si rifiutano di adottare le opportune misure precauzionali ed i dispositivi di sicurezza, le strutture aziendali dell'Usb sono invitate ad entrare in agitazione ed a proclamare interruzioni dell'attività di lavoro per salvaguardare la salute di tutti.

LE NOSTRE VITE VALGONO DI PIÙ DEI LORO PROFITTI