IL PRESIDIO DELLE EDUCATRICI E DEGLI EDUCATORI SCONGELA GLI STIPENDI

Bologna -

Ieri pomeriggio più di trenta tra educatori ed assistenti, che lavorano in appalto alle cooperative che gestiscono i servizi integrativi e di disagio handicap nelle scuole di bologna, hanno tenuto un presidio in piazza Maggiore, interrompendo poi il consiglio comunale, per chiedere una soluzione al problema della mancata retribuzione delle ore perse a seguito della chiusura delle scuole per l’emergenza neve.

Dopo un incontro con l’Assessore alla Scuola Pillati, che si è dichiarata consapevole che una decurtazione dello stipendio per questa categoria di lavoratori aggiungerebbe il danno alla beffa (gli stipendi di questi lavoratori in media non arrivano agli 7-800 euro), la stessa Pillati ha comunicato di aver già attivato gli uffici tecnici per addivenire ad una soluzione, in accordo con le cooperative che gestiscono i servizi, per il riconoscimento delle ore “saltate” a causa della chiusura dei plessi scolastici.

Ora la soluzione del problema passa alle cooperative stesse, alle quali USB ha già chiesto un incontro specifico per affrontare il tema.

Un primo risultato, quindi, a seguito di una mobilitazione giusta, resa possibile da quelle lavoratrici e quei lavoratori che hanno messo letteralmente in piazza i propri corpi e le proprie facce, sfidando il gelo polare ed imponendo all’attenzione del consiglio comunale il problema di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese.

Cogliamo l’occasione per rilevare due cose: la prima è quella che questa mobilitazione, nata principalmente sul web, è riuscita a portare in piazza gente reale. Non ce ne voglia il sindaco, quindi, se continuiamo a stare su facebook piuttosto che prendere la pala per dare una mano a quest’amministrazione che ha dimostrato sin dall’inizio scarso rispetto per la categoria degli educatori: stavolta è proprio dal social network che i lavoratori hanno preso le mosse per mobilitarsi.

Sarà una questione di interessi?

La seconda è che, la CGIL, che pure tanto male ha fatto a questi lavoratori, firmando un accordo proprio con la giunta per il demansionamento contrattuale degli educatori, senza perdere tempo e dal tepore degli uffici di via Marconi, ha provato a fare propria la rivendicazione del risultato positivo: come detto sopra, non ce ne vogliate, ma la rivendicazione è di chi ci mette la faccia, nelle mobilitazioni, e questi sono gli educatori.

A pigiare le dita sul fax sono bravi in tanti. Anzi, a guardare i giochini che oggigiorno si fanno in CGIL per recuperare credito verso i lavoratori, e parafrasando il sindaco: meno fax, più mobilitazioni.

Ad maiora.

Bologna 07/02/12