Istruttoria welfare
Premetto e sottolineo che siamo l’unica organizzazione sindacale presente a questa istruttoria.
Certi sindacati non dovrebbero sentirsi soggetto “più oltre” rispetto alle realtà che invece scelto di partecipare a questa istruttoria: è sbagliata l’arroganza e la pretesa di rappresentarsi come sintesi (e imbuto) della complessa pluralità della società cittadina e metropolitana.
Una Istruttoria sul welfare l’abbiamo a suo tempo “richiesta” dal momento della presentazione del piano di decentramento dei servizi sociali, convinti dell’errore di tutto l’impianto di riorganizzazione. Ma condividiamo l’opinione di chi ha denunciato l’evidente e voluta fretta e superficialità con cui è stata realizzata questa istruttoria
E quindi possiamo permetterci di essere ferocemente superficiali ma chiarissimi nel nostro intervento.
Ma quale rinascimento? Siamo di fronte al decadimento.
Cosa c’è di rinascimento a Bologna?
Dove la cancellazione dei graffiti sui muri si accompagna alla cancellazione del welfare municipale?
Cancellazione fatta di:
centinaia di licenziamenti (precari e lavoratori in appalto)
aumento delle tariffe
chiusura dei servizi e riduzione degli interventi di assistenza e dei fondi
CANCELLIAMO PIUTTOSTO:
questo federalismo di quartiere, con 9 modelli di welfare, decisi dai vari direttori e mezzi direttori di quartiere e di settore;
questo modello di welfare dei miserabili, che riduce l’offerta per far diminuire sulla carta la domanda si servizi sociali;
questo federalismo straccione che respinge chi non è del quartiere, chi non è della città, e figuriamoci chi è straniero…e, stranieri tra gli stranieri, rom:
il respingimento “de noialtri”, tra il quartiere Porto e il quartiere Savena.
CANCELLIAMO PIUTTOSTO
ogni spesa infrastrutturale,
si azzerino le consulenze,
si azzerino i finanziamenti alle scuole private,
si ragioni con la Regione di maggiori stanziamenti salva welfare,
ci si opponga all’inaccettabile e insostenibile ennesimo taglio dei trasferimenti statali,
non si svenda il patrimonio pubblico,
ma anzi si proceda a creare, anche con l’utilizzo delle società partecipate e controllate, opportunità di lavoro per i cassaintegrati e lavoratori in mobilità tramite il loro impiego nei servizi sociali e culturali, integrando utilmente il loro reddito.
NON C’E’ EQUITA’ (e tagli equi) in una città dove una minoranza rumorosa continua ad arricchirsi, ieri e soprattutto oggi, speculando sulla crisi. Minoranza molto rumorosa nel mostrarsi far beneficienza.
Gli stessi rumorosi che evadendo ed eludendo il fisco potrebbero e possono accedere ai servizi come “fascia debole”, alla faccia dei lavoratori dipendenti, dei precari, pensionati e disoccupati
Chiudiamo facendo un appello alla politica.
Capiamo che tutti vari politici in campo abbiano il desiderio che la gestione commissariale faccia fino in fondo il lavoro sporco, prima delle prossime elezioni amministrative.
Ma questi calcoli, meschini e strumentali, cozzano contro il problema della tenuta tessuto sociale del nostro territorio, tenuta a rischio a causa di questi provvedimenti. Problema che si ritroveranno in pieno tra le mani.
Abbiano, questi politici, un rigurgito di dignità e di lungimiranza,
e per intanto invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione del 29 dove scenderà in piazza chi questi servizi li ha portati avanti in questi anni e che non si arrende all’evidenza del cinismo.
intervento fatto questa mattina nella sala del Consiglio
del Comune di Bologna da Luigi Marinelli
per l'Unione Sindacale di Base /RdB
all'istruttoria cittadina sul welfare.