La doppia faccia dell'Università di Bologna tra la disponibilità del prorettore Ferrari e la richiesta di cassa integrazione per i lavoratori CUSB
Stamattina si è tenuto il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori del Cusb, di fronte al rettorato, contro l’intenzione dell’azienda di procedere alla cassa integrazione per 29 dipendenti.
Dopo il commissariamento dell’associazione e la vendita della piscina Sterlino, questo è l’ennesimo tentativo di attacco alle lavoratrici e ai lavoratori del CUSB, il cui caro prezzo è già stato pagato dagli stessi attraverso il cambio del contratto nazionale per i dipendenti con condizioni peggiorative rispetto a tutele e retribuzioni, con la riduzione del 20% dello stipendio dei collaboratori, con il continuo ritardo dei pagamenti degli stessi. A questi si aggiungono i numerosi lavoratori che da sempre pagano attraverso la forma più precaria di lavoro, il voucher.
Il CUSB ha subito negli anni un calo di entrate economiche a causa dei mancati interventi di manutenzione straordinaria degli impianti in cui opera e che ha comportato la dismissione di alcune delle strutture sportive più rilevanti, mentre il resto degli impianti soffre comunque di incuria ed abbandono che influiscono sull'accessibilità agli impianti causando una perdita di utenza e di guadagno.
Il prorettore Ferrari ha ascoltato le motivazioni del presidio esposte da USB, dalle lavoratrici e dai lavoratori, impegnandosi a verificare lo stato delle manutenzioni degli impianti e a cercare una soluzione volta a scongiurare la cassa integrazione, oltre che farsi portavoce di una richiesta di incontro con il rettore.
Respingiamo al mittente qualsiasi tentativo da parte dell’azienda di intimidazione ai danni della delegata e delle lavoratrici e dei lavoratori iscritti a USB. Riteniamo che non si scongiuri il ricorso alla cassa integrazione attraverso la firma della stessa, ma mettendo in atto ogni forma di mobilitazione preventiva a tutela dell’occupazione.
Bologna 25/11/14
p. USB Lavoro Privato
Michele Cirinesi