LA SANITÀ PUBBLICA SI DIFENDE CON I FATTI NON CON LE PAROLE: PRESIDIO DEL PERSONALE SANITARIO SOTTO LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA VENERDÌ 29 MAGGIO ORE 10.00 VIA ALDO MORO BOLOGNA
Altro che Decreto Rilancio: con questo provvedimento ci riportano indietro nel tempo e c'è da preoccuparsi molto. Infatti, sembra chiarissimo l’intento di tornare, finita l’emergenza, alla situazione precedente. Dopo gli oltre 4000 deceduti in Emilia-Romagna a causa dell’epidemia tutto doveva portare ad un radicale cambio di rotta e a ripristinare ed ampliare i servizi ospedalieri e territoriali, ma invece nulla sembra cambiato.
Da parte del Giunta regionale nessun riferimento al ripristino dei posti letto tagliati negli ultimi anni dai vari governi a partire dai provvedimenti presi durante il governo Monti e per le politiche scellerate dell’UE.
Nel Decreto “Rilancio” è stato anche cassato l'articolo che prevedeva la proroga della Madia a dicembre 2020 per la stabilizzazione dei precari. Oggi più che mai ci sono le condizioni per l’assunzione stabile del personale che ha superato i concorsi e che avrebbe il diritto all’assunzione. Oggi più che mai la grave carenza di personale dovrebbe rendere necessario andare ben oltre il numero degli idonei delle graduatorie.
Come non vi è nessuna decisione sul ripristino in tutto il territorio regionale del servizio H24 delle auto mediche. A questo si aggiunge la criticità dell’intero sistema delle liste di attesa (ambulatoriale specialistica) prolungatesi oltre ogni limite temporale a causa della loro momentanea sospensione dovuta al covid19: è necessario riattivare immediatamente tali servizi assumendo nuovo personale ampliando il numero degli ambulatori.
Nessuna certezza da parte dell’Ente Regione di mantenere aperte e operative tutte quelle strutture che prima erano state chiuse e che a causa dell’emergenza erano state riattivate nuovamente: sono reparti utili a fronteggiare una eventuale futura emergenza.
Nessun chiarimento da parte del presidente Bonaccini su come superare la quota parte del taglio dell’IRAP previsto per l’Emilia-Romagna, importantissima fonte di risorse per il mantenimento degli standard del servizio pubblico regionale.
La ricetta per noi, è una sola, ed è per questo che chiediamo subito:
• Stop alla regionalizzazione che con la sua autonomia ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza nel gestire la Sanità e la Salute dei cittadini nel nostro paese. Dopo il drammatico fallimento dei 20 Sistemi Sanitari Regionali chiediamo un ritorno al Sistema Sanitario Nazionale, unico e universale e soprattutto Pubblico, libero dalla zavorra della sanità privata, affamata solo di profitto.
• Ripristino dei posti letto e servizi territoriali, a partire da quelli di prevenzione tagliati nel corso degli ultimi anni e riducendo progressivamente le quote rilasciate alla Sanità Privata;
• Assunzioni di personale stabile, utilizzando tutte le graduatorie esistenti e successivamente la stabilizzazione di tutti i precari che abbiano maturato il requisito dei 36 mesi;
• Adeguamento delle retribuzioni degli “Eroi” al loro lavoro e soprattutto retribuzioni in linea con quelle di altri colleghi europei;
C’È VITA OLTRE IL VIRUS. SENZA SALUTE NON CI PUÒ ESSERE VITA. SENZA SANITÀ NON PUÒ ESSERCI SALUTE
USB Pubblico Impiego Sanità Emilia-Romagna