LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DEL CUP PRENDONO LA PAROLA
Dopo le dimissioni del sindaco di Bologna Flavio Del Bono e le note vicende che vedono coinvolti il direttore generale del CUP 2000 Mauro Moruzzi e alcuni dipendenti tra cui Divani(intestatario della famosa carta bancomat), sono d'obbligo alcune considerazioni da cui il sindacato Rdb/CUB non può esimersi. Dall’intera vicenda si evince che lo stretto rapporto esistente fra cup 2000 e organi istituzionali che ne compongono il consiglio d’amministrazione non è certamente improntato a rapporti di correttezza e trasparenza. Il CUP viene utilizzato come una sorta d'ufficio di collocamento attuando favoritismi e atteggiamenti poco rispettosi della maggior parte dei lavoratori che, normalmente sono costretti ad un lungo periodo di precariato, dopo corsi di formazione prettamente gratuiti. Inoltre sono in progetto per i "comuni mortali" ulteriori forme di valutazione totalmente discrezionali(i cosidetti emoticon, che al CUP 2000 vengono chiamati con il fantasioso nome di: progetto Mettiamoci la faccia", che è stato sponsorizzato oltre che da Moruzzi proprio dall’ex sindaco Delbono che si vanno ad aggiungere alle già numerose valutazioni periodiche Se oggi questo sistema di valutazione venisse adottato anche per gli attori di questa vergognosa vicenda…… Da tempo chiediamo un reale riconoscimento del lavoro svolto con l'assegnazione del terzo livello agli operatori CUP del front office, che non possono che essere sconcertati dagli eventi accaduti e che si domandano se le motivazioni addotte al diniego di tale riconoscimento non appaiano, allo stato attuale delle cose, solo scuse che non hanno nessun fondamento nella reale situazione aziendale. Mentre si moltiplicano i servizi (ma non il personale), e sempre di più,ogni giorno, i lavoratori del CUP sono costretti a fare da valvola di sfogo ad una sanità pubblica che è sempre più carente alle richieste dell'utenza, si assiste a livello verticistico a situazioni che per lo meno dovrebbero imbarazzarne gli attori. Alla luce di tutto questo, è evidente il corto circuito che si è venuto a creare al CUP 2000 e la necessità di chiarezza e il dovuto rispetto per tutti quei lavoratori ( la stragrande maggioranza) che giornalmente, con dignità, espletano il proprio lavoro con efficienza e rigore e che sono la reale forza di questa azienda.
Bologna 28/01/010