Le lavoratrici e lavoratori dell’industria sostengono lo sciopero del 25 novembre: scuola, sanità e trasporti devono essere pubblici
Dopo essersi prematuramente vantato di esser stato «tra i migliori al mondo» a gestire la pandemia, oggi il governo Conte e con lui la classe dominante del paese, dimostrano tutta l’inadeguatezza a gestire la salute pubblica di fronte alla seconda ondata.
Se una cosa la pandemia sta dimostrando è la scarsità di mezzi, di centralizzazione e di strategia con cui una delle principali potenze capitalistiche del mondo sta affrontando l’emergenza sanitaria.
Decenni di tagli alla sanità hanno mostrato la debolezza numerica del personale medico, strutture obsolete, l’assenza di mezzi, a cominciare dai dispositivi individuali di protezione, il fallimento dell’assistenza territoriale, smantellata in subordinazione alla sanità privata. Centinaia di miliardi in diversi anni spostati dal sistema pubblico a quello privato.
Lo stesso si può dire per la scuola. La cronaca racconta di una scuola, come il resto della società, priva dell’adeguato supporto delle strutture sanitarie locali e che quando rimane aperta lo deve solo all’impegno e al sacrificio dei suoi lavoratori e lavoratrici.
Le privatizzazioni e i tagli ai trasporti pubblici, ci ha privato del diritto ad una mobilità efficiente, sicura ed ecologica. La situazione è stata aggravata dall’approccio sulla pandemia adottato dal Ministero, dagli enti locali e dalle aziende che si è tradotto in un peggioramento delle condizioni dei lavoratori e del servizio .
In questo contesto chi ne paga le dirette conseguenze sono i lavoratori del comparto pubblico e privato, considerati indispensabili ma sacrificabili nel nome del profitto.
I DPCM, il Protocollo condiviso sulla sicurezza siglato davanti al Governo da Confindustria CGIL, CISL e UIL, hanno dato ai datori di lavoro gli strumenti per tenere tutte le aziende aperte.
Nelle industrie stiamo registrando l'aumento dei contagi e il fallimento della rete di tracciamento da parte delle strutture pubbliche, tutto questo rende improrogabile un nuovo lockdown per tutte le attività non essenziali.
Rivendichiamo il diritto alla salute e alla sanità pubblica l’unica in grado a garantire una tutela universale uguale per tutti.
Siamo stanchi che soldi sottratti al salario, sotto forma di tasse finiscano all’industria della sanità privata, allo stesso modo sosteniamo il diritto alla cultura, all’emancipazione rappresentato dalla scuola pubblica. Vogliamo che il trasporto sia pubblico efficiente, ecologico, con tariffe calmierate.
L’USB lavoro privato invita tutti i delegati ed i lavoratori a dare sostegno alle iniziative che si svolgeranno in tutte la città il 25 novembre in occasione dello sciopero nazionale della SANITA’, DELLA SCUOLA E DEI TRASPORTI
TORNIAMO A PRETENDERE I NOSTRI DIRITTI, CHE OTTERREMO SOLO CON LA LOTTA!
USB Lavoro Privato Industria