LETTERA APERTA AL CONSIGLIO E ALLA GIUNTA DEL COMUNE DI BOLOGNA

Bologna -

 

 

 

 

LETTERA APERTA AL CONSIGLIO E ALLA GIUNTA DEL COMUNE DI BOLOGNA

 

Il 22 giugno a poche ore dal risultato elettorale un eminente politico di caratura europea che abita in una delle zone più esclusive del nostro centro cittadino ha esortato il nuovo sindaco a “pulire subito i graffiti”.

Da allora abbiamo assistito ad un dibattito pubblico che ha impegnato il neo sindaco, diversi esponenti della nuova giunta, alcuni consiglieri comunali, segretari di partito, esponenti del commercio, delle agenzie immobiliari, del ministero dei Beni culturali, delle associazioni dei proprietari di case, delle aziende cooperative, delle aziende partecipate, del museo d’arte moderna, delle fondazioni bancarie, delle istituzioni scolastiche ecc…

Insomma un impegno così forte e sinergico che ha oscurato ogni altra questione che riguardasse la nostra città e chi ci abita e che non vedevamo da lungo tempo.

Sarà per il fatto che la nostra attività si svolge quotidianamente con persone che devono fare i conti con i mille problemi del lavoro e del non lavoro, della mancanza di diritti, della precarietà di vita, che abitano prevalentemente nelle nostre periferie che questo dibattito non ci ha affatto appassionato.

Anzi ci è risultato incredibile che a fronte di problemi da lungo tempo irrisolti e che riguardano direttamente le competenze dell’amministrazione comunale, quella delle scritte sui muri sia divenuta la priorità delle priorità.

 

Ora, con questa lettera aperta ci rivolgiamo a voi che componente il nuovo Consiglio Comunale, vecchi e nuovi, ai componenti della nuova giunta per porvi all’attenzione alcune delle problematiche che investono lavoratrici e lavoratori, che hanno il carattere dell’emergenza e sulle quali abbiamo richiesto, per ora inutilmente, un incontro al Sindaco e alla Giunta:

 

Servizi Sociali

 

Un accordo sindacale ed un voto consigliare quelli che un anno fa hanno dato il via al decentramento del welfare ai quartieri, che non hanno tenuto conto dei mezzi e delle risorse che sarebbero state necessarie per affrontare un progetto simile.

Le pesanti conseguenze di un progetto approssimativo e demagogico con le quali i lavoratori e i cittadini si trovano a dovere fare i conti erano evitabili se solo si fosse

 

 

ascoltata la voce degli operatori del settore che le avevano ampiamente previste.

Si è voluto andare avanti comunque e pur di sostenere il c.d. decentramento l’amministrazione comunale ha deciso di utilizzare un appalto irregolare con illecita somministrazione di manodopera e sul quale, dopo innumerevoli segnalazioni e richieste di intervento (le lavoratrici e i lavoratori hanno anche scioperato) abbiamo dovuto avviare un ricorso legale che prevede una prima scadenza nel mese di agosto.

Il pesante taglio alle risorse economiche operato nel bilancio comunale 2009, ha poi fatto il resto, annullando l’intervento sull’emergenza, da parte dei quartieri.

Siamo di fronte a servizi sociali che non hanno più la caratteristica dell’accoglienza ma del respingimento degli utenti.

Come si può pensare ad una prevenzione, ruolo che dovrebbe avere un servizio sociale, quando non viene più garantito l’intervento sull’emergenza?

Oggi le emergenze sono il pane quotidiano per un’utenza che è già in difficoltà.

Può essere l’emergenza del cibo, della casa, del disagio che coinvolge molte volte i minori. come il caso riportato sui giornali ,di un neonato, che dimesso dall’ospedale, ha iniziato la sua esistenza sulle panchine.

Sei mesi fa gli operatori dei servizi sociali avevano denunciato, durante un’assemblea, una situazione di estrema difficoltà da parte di alcuni quartieri a dare risposte all’emergenza per mancanza di risorse e di personale.

Questa situazione è stata riconfermata pochi giorni fa.

Gli assistenti sociali hanno dichiarato che il loro lavoro si è deteriorato. E’ venuto a mancare l’apporto dell’educatore, ora passato nell’area educativa, nella presa in carico dei casi.

In seguito ad un organico insufficiente, non possono essere rispettati i tempi del tribunale, con la conseguenza di denunce da parte del Procuratore.

A ciò si aggiunge che il decentramento ha determinato una disomogeneità nel modus operandi e dei servizi dei 9 quartieri.

La Giunta ed il Consiglio devono farsi carico concretamente della situazione disastrosa del Welfare dei quartieri, rivedendo le decisioni che stanno alla base di questo caos, coinvolgendo direttamente gli operatori del settore.

 

 

ASP

 

La costituzione delle Aziende di Servizi alle Persone avrebbe dovuto rappresentare un’occasione per un ampliamento di questo importante segmento di welfare e di “gestione diretta” da parte del comune a garanzia di una migliore qualità ed efficienza del servizio.

Oltre al grande ritardo nella messa in piena operatività di queste aziende, dovuto principalmente ad uno scontro più o meno palese fra la Regione e l’Amministrazione Comunale, sta scemando lo spirito con il quale si era proceduto alla loro costituzione.

Si corre il rischio che divengano dei baracconi utili al c.d. sottobosco politico, che producano una ulteriore privatizzazione e parcellizzazione del servizio con il sub-appalto alle cooperative.

 

 

Basti pensare agli impegni di assorbimento di manodopera in appalto alle cooperative da parte del Giovanni XXIII che non sono stati mantenuti e che lo espongono pesantemente a conseguenze, anche penali, per somministrazione illecita di manodopera.

 

 

FONDAZIONE ALDINI VALERIANI

 

In questa importante realtà che si autodefinisce “centro d’eccellenza per lo sviluppo della cultura tecnica” di cui il Comune di Bologna è socio fondatore insieme a Unindustria e Camera di Commercio, da sempre, è aperta una vertenza in quanto la quasi totalità dei dipendenti è assunta illecitamente con contratti di collaborazione e partita iva.

La dirigenza della fondazione, nonostante la grave situazione e il fatto che gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori siano iscritti al sindacato (RdB), si è sempre arrogantemente rifiutata di riconoscere il sindacato stesso e di addivenire ad una soluzione condivisa.

Tale comportamento ci ha obbligato alla denuncia formale della grave condizione in cui versa la fondazione ed in particolare i lavoratori precari, in tutte le sedi istituzionali preposte.

 

 

CASA

 

Nel territorio bolognese si aggravano le diverse problematicità inerenti alla questione abitativa. Vi è un aumento delle domande di case popolari, ci sono oltre 8.000 domande di alloggio popolare e solo 300 assegnazioni, numeri che sono destinati ad aumentare, e parallelamente un incremento degli sfratti per morosità, che hanno superato il migliaio.

Di fronte a questo le soluzioni del Comune sono ancora oggi inadeguate, basti pensare allo scarto tra case assegnate e liste, e l’enorme patrimonio immobiliare sfitto e abbandonato.

 

Con il perdurare di questa crisi economica, l’emergenza abitativa sarà destinata ad aumentare. Le migliaia di cassintegrati e di precari licenziati andranno ad ingrossare le file di quegli inquilini che non riescono a pagare più le rate del mutuo o l’affitto.

 

A fronte dell’inefficacia delle politiche abitative, l’Associazione Inquilini Assegnatari/RdB sta cercando di dare una risposta concreta alle famiglie che si trovano senza casa o nell’impossibilità di fare fronte ad un affitto troppo oneroso, anche sostenendo l’occupazione di case sfitte da anni come nel caso di Via Algardi o di via Achillini.

 

La risposta delle istituzioni che sul nostro territorio potrebbero affrontare questa emergenza anche con strumenti non ordinari quali quello del blocco degli sfratti o

 

della requisizione degli appartamenti da lungo tempo sfitti, è stata esclusivamente muscolare.

 

Invitiamo chi nel mondo politico si scandalizza, e chiama all’uso della forza contro queste famiglie, richiedendo l’intervento del comitato per l’ordine pubblico, a riflettere sulla grande solidarietà che gli abitanti dei quartieri hanno portato all’occupazione di proprietà che da anni erano abbandonate.

Anche su questa grave emergenza è stato richiesto un incontro al sindaco e alla giunta che ad oggi non hanno dato alcuna risposta.

 

Su queste e su molte altre questioni siamo disponibili ad un approfondimento e ad un confronto con chiunque sia interessato.

 

Cogliamo l’occasione per invitare tutti i consiglieri comunali alla conferenza stampa sui temi della lettera aperta, che terremo domani mattina alle ore 11 c/o la sede RdB a palazzo comunale (entrata da Via U. Bassi 2 la prima porta a sinistra)

 

 

 

 

 

Bologna 13/07/09