Perchè c'è Don Bono a Bologna?
Abbiamo evidentemente parafrasato il principale slogan della campagna elettorale del neo sindaco volendo indicare la sua vicinanza, a volte sovrapposizione, alle enunciazioni politiche della curia bolognese.
L’abbiamo fatto non per una mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori e più in generale dei cittadini che si riconoscono nella dottrina della chiesa cattolica ma perché semplicemente a distanza di tre mesi dalle elezioni ci sembra che uno dei tratti salienti delle dichiarazioni, delle tesi e soprattutto dell’operato del sindaco sia la sottolineatura della sua appartenenza a quel mondo.
Ciò non vuol certo dire che abbiamo un sindaco francescano impegnato in opere di bene e nella “cura degli ultimi”, anzi!
La modernità di Donbono consiste proprio nel privilegiare i rapporti con le organizzazioni che detengono il potere economico nel nostro territorio.
Non ci credete? Siamo i soliti esagerati? Guardate un po’ quali sono stati i primissimi impegni di Donbono:
La prima uscita pubblica il 24 giugno quando partecipa in “visita di cortesia” al direttivo di Lega Coop, dove viene accolto da grandi applausi.
Il 25 giugno partecipa all’assemblea della CNA dove “promette grande attenzione al mondo dell’impresa” ed anche qui giù applausi.
Il 26 giugno partecipa all’assemblea annuale di Confartigianato dove fa propria la richiesta di “Un tavolo con le associazioni di categoria e le Fondazioni bancarie per la definizione di un piano quinquennale di sviluppo dell'area metropolitana”. Applausi a go go.
Il 29 giugno partecipa all’assemblea generale di Unindustria Bologna. Qui la compagnia è quella delle “grandi occasioni”: Emma Marcegaglia, Renato Brunetta, Romano Prodi e Fabio Roversi Monaco.
Piace così tanto lo slogan del neo sindaco in merito al ruolo del Comune di Bologna “FARE PIU’ CON MENO” che oltre gli applausi dei 1800 industriali bolognesi arriva il plauso del Ministro Brunetta: “Se ogni città facesse queste cose - dice il ministro della pubblica amministrazione dal palco - daremmo senz' altro un segnale di fiducia».
Ma tornando all”etimologia” di Donbono la cosa che ci ha colpito non è tanto il fatto che il neo sindaco dopo avere varato la giunta come primo atto simbolico si sia recato in Curia per incontrare l'arcivescovo Carlo Caffarra o che il giorno prima alcuni importanti uomini politici ex D.C. , citando l’insegnamento della chiesa l’ abbiano promosso con “un bel 8 + “ oppure che abbia scelto l’inserto domenicale dell’Avvenire, il settimanale della curia per rilasciare la sua prima intervista o ancora che si sia fatto immortalare il 15 agosto mentre con la fascia tricolore s’inchinava a baciare l’anello nella mano del Cardinale.
La cosa che più ci ha colpito e negativamente è ciò che, in merito agli effetti devastanti della crisi economica che colpiscono migliaia di lavoratori della nostra città, Delbono pensa e scrive sul suo blog già all’inizio della campagna elettorale il giorno 1 gennaio 2009.
“Come sempre la Chiesa non è seconda a nessuno quando si tratta della carità e della difesa dei più deboli. Per le istituzioni locali si tratta invece di iniziative con pochi precedenti, ma, se è vero che la politica è una forma della carità, per tempi straordinari occorre prendere misure straordinarie”.
Il concetto della politica “come forma di carità” è esattamente alla base delle “misure anticrisi” che in queste settimane la giunta, dopo un accordo con i soliti sindacati amici, ha varato e che hanno riempito le pagine dei quotidiani locali.
Una vera e propria elemosina quella che la giunta ha stanziato per i lavoratori in cassa integrazione, in mobilità ecc, pari a 600.000 euro. Ossia 120.000 euro in meno di quanto destinato, per il mandato, al pagamento del solo addetto stampa del sindaco.
L’idea di affrontare gli effetti della crisi con misure caritatevoli vuol dire essere lontano anni luce dalle necessità del mondo del lavoro e credere che la crisi sia un fatto, magari fastidioso ma comunque passeggero.
Per questo crediamo che l’approccio caritatevole sia non solo profondamente sbagliato ma anche molto dannoso perché così si mettono in piedi misure inconsistenti che rischiano nel migliore dei casi di illudere i lavoratori, nel peggiore di prenderli letteralmente per i fondelli.
C’è Donbono a Bologna.
Ps: Mentre chiudiamo il giornale arriva la notizia che il Comune darà il proprio patrocinio alla manifestazione delle scuole di natura confessionale “Materna Day”. Senza parole.