PRIMO GIORNO DI SCUOLA SENZA DUEMILA INSEGNANTI IN EMILIA ROMAGNA

Bologna -

 

Le agenzie di stampa nel primo giorno di scuola hanno riportato le cifre della regione Emilia Romagna che quest'anno vede circa duemila cattedre scoperte all'inizio dell'anno scolastico. Il problema, che abbiamo denunciato più volte negli ultimi anni, è strutturale e non contingente.

Non si tratta di una emergenza non prevista, ma di una volontà politica ben precisa che con ridicoli aumenti stipendiali, tagli alle risorse umane, aumento dei carichi di lavoro in classi sempre più affollate e accordi forzati su mobilità coatta o mobilità congelata (come quella dell'ultimo contratto sulla mobilità sottoscritto da Cgil Cisl Uil Snals e Gilda) non fa che aumentare a dismisura il problema della gestione degli organici nella scuola statale.

A fronte delle oltre 3000 cattedre di sostegno assegnate in deroga nel precedente anno scolastico le università dell'Emilia-Romagna hanno bandito nel 2019 posti per il Tfa di sostegno pari a un decimo del fabbisogno regionale. Un Tfa, questo, pagato fino a 3mila euro dai singoli precari e che specializzerà docenti a cui è stato impedito il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento. Con questo titolo di specializzazione, pertanto, rimarranno comunque precari. Tutta la scuola resta, poi, in attesa da mesi di un concorso che viene promesso dai governi che si stanno succedendo ma che con ogni probabilità, a causa dei vincoli di pareggio di bilancio, metterà a bando solo una parte dei posti presenti in organico di fatto e su cui da anni lavorano i docenti precari.

Ribadiamo la posizione di USB Scuola che ha sempre lottato per gli studenti di tutta l'Italia i quali in ogni regione vedono negato oggi il proprio diritto allo studio. Se gli amministratori regionali in Emilia Romagna in questi giorni sbandierano una lotta per le cattedre vacanti in Emilia Romagna pensando che la soluzione possa trovarsi nell'autonomia differenziata, lo fanno solo per mera propaganda elettorale. L'autonomia differenziata aumenterà i disagi nella scuola statale e non risolverà i problemi strutturali relativi agli organici, contribuendo soltanto alla distruzione del sistema nazionale di istruzione.

L'unica soluzione per USB Scuola rimane la trasformazione di tutti gli organici di fatto in organico di diritto affinché i docenti precari vengano assunti e sia garantita continuità adeguata alle classi. Sul sostegno è fondamentale garantire, inoltre, una formazione gratuita e di qualità a tutti i docenti che desiderino conseguire la specializzazione per il sostegno didattico educativo.

bologna.scuola@usb.it