Sciopero generale 26 maggio: dai vigili del fuoco alle aziende private, tutti i settori esclusi dall’agitazione in Emilia Romagna e nelle zone alluvionate

Bologna -

A seguito della drammatica alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna, la USB ha revocato parzialmente lo sciopero generale dell’intera giornata del 26 maggio con le seguenti modalità:

su tutto il territorio nazionale: esonero e revoca dello sciopero per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

su tutto il territorio regionale: esonero e revoca dello sciopero per le aziende ed enti pubblici e privati che garantiscono servizi pubblici essenziali: tra questi il pubblico impiego, servizi sanitari e socio assistenziali, scuola, trasporti pubblici, vigili del fuoco, energia gas acqua, telecomunicazioni;

per i territori delle provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, e del circondario imolese (Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Fontanelice, Castel Guelfo, Castel San Pietro Terme, Dozza, Imola, Medicina, Mordano): esonero e revoca dello sciopero per tutte le aziende ed enti pubblici e privati;

per le restanti provincie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna: lo sciopero generale è confermato solamente per le aziende del settore privato (industria, terziario, commercio, logistica…) che non devono garantire servizi essenziali alla popolazione.

Lo sciopero generale rimane confermato per tutte le altre regioni italiane: le motivazioni che ci hanno portato alla proclamazione dello sciopero generale nazionale non vengono meno e si aggiungono all’urgenza di garantire tutela di salario e reddito alle popolazioni colpite e un radicale cambiamenti di rotta nella gestione del territorio e dell’ambiente.

Aumenti salariali di almeno 300 euro netti in busta paga, stop ai provvedimenti inaccettabili che il governo Meloni sta assumendo in materia di appalti, di controlli sulla sicurezza, sull’autonomia differenziata, sul reddito di cittadinanza e sulla regolarizzazione dei lavoratori migranti.

Al Governo chiediamo, da un lato, di accantonare definitivamente le spese per le opere inutili come il Ponte sullo Stretto e per l’invio delle armi in Ucraina e, dall’altro, l’immediato impiego di risorse, comprese quelle previste dal PNRR, per garantire la continuità salariale per tutti i lavoratori colpiti dall’emergenza, la copertura dei danni subiti dalla popolazione e per la messa in sicurezza del territorio.

Alla Regione Emilia-Romagna chiediamo di accantonare la propaganda contenuta nel “Patto per il lavoro e per il clima” e di destinare le risorse per la tutela del territorio invece che per opere inutili e dannose come rigassificatori, passanti e bretelle autostradali.

Per tale ragione diamo appuntamento a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, non impegnate nelle operazioni di soccorso che stiamo organizzando, a partecipare al presidio che si terrà nella giornata del 26 maggio dalle ore 14.30 presso la sede della Regione Emilia Romagna.

USB Emilia Romagna