sono sempre i soliti a decidere, sono sempre i soliti a pagare

Bologna -

Occorre che questo sia chiaro se vogliamo comprendere quale sia il ruolo di FILT, FIT, UILT, OrSA e UGL/FAST, nella complicata vicenda ferroviaria. Certo è che a partire dall’ultimo contratto che era de facto già condiviso da questi sindacalai ancor prima della sottoscrizione formale, l’attacco frontale alle condizioni di lavoro e di sicurezza dei ferrovieri si è fatto assai aggressivo, imponendo quotidianamente scelte che rendono sempre più evidente quali siano gli obiettivi di questa azienda. Quello a cui quotidianamente assistiamo è il continuo stillicidio non solo delle regole fino a ieri in vigore, ma dell'idea stessa che sia diritto del lavoratore chiederne il rispetto. Nella manutenzione infrastruttura questo fenomeno sta assumendo livelli allarmanti, che stridono fortemente con le rassicurazioni che questi sindacati hanno offerto a giustificazione della firma di quello scellerato contratto. Ovviamente questo sistema è strutturato in maniera tale da garantire all’azienda il massimo risultato con il minimo sforzo e tutto questo è possibile grazie a sindacati compiacenti che hanno scelto oramai da troppo tempo di farsi da garanti delle scelte aziendali anziché tutelare gli interessi dei lavoratori che pretendono di rappresentare. Quando si smarrisce l’idea che ci sono dei limiti alle richieste aziendali, sempre più spesso, un po’ per compiacere il “capo” e soprattutto per non avere guai, si accetta un “modus operandi” che espone i lavoratori a maggiori rischi, in un perverso meccanismo che non solo li espone al rischio appunto, ma li vede spesso costretti ad assumersene da soli le responsabilità. Tutti però sanno bene che se le richieste di prestazioni al di fuori delle regole sono spesso accompagnate da un retrogusto un po’ “mafioso”, è anche vero che è molto difficile che chi sollecita certi comportamenti si prenda la responsabilità di ufficializzarli per iscritto. Ma quello che accade non è casuale, ognuno recita la propria parte in commedia interpretando un copione scritto e condiviso oramai da tempo e che ha come punto certo un epilogo pesantissimo per i ferrovieri. Così mentre l’azienda fa tabula rasa di tutto ciò che incontra sul suo cammino, questi “cialtroni” continuano a prodigarsi per garantire all’azienda assoluta mano libera, firmando pessimi accordi, girando la testa dall’altra parte e raccontando menzogne ai lavoratori. Menzogne che per essere considerate più credibili hanno bisogno dell'assenza di discussione tra i lavoratori e così, ecco che hai lavoratori viene scippato anche il diritto di riunirsi in assemblea, ai delegati RSU viene impedito di indirle e nonostante questa azione aziendale sia illegittima, è risultata essere molto gradita da questi sindacati che salutano così lo scampato pericolo e ringraziano RFI per l'aiuto ottenuto. Una intesa “criminale” quella a cui assistiamo, che vede FILT, FIT, UILT, OrSA e UGL/FAST agire in sincrono con RFI per piegare i lavoratori ad ogni richiesta che l'azienda intenda formulare. Emblematico è il caso del turno neve, che nonostante fosse illegittimo, ha visto l'azienda, grazie alla complicità di questi “cialtroni”, riuscire ad imporlo. Eppure sono molti mesi che poniamo il problema, lo abbiamo fatto anche durante la trattativa per l’orario di lavoro che ha portato alla firma di quell’accordo infame il 4 dicembre 2012, ma per questi sindacalai da strapazzo, era prioritario non contraddire l'azienda, tant'è che anche ai lavoratori che li hanno interpellati in merito, hanno detto che quei turni erano legittimi e solo alla fine dell’emergenza neve, per ripulirsi la coscienza hanno scritto la solita letterina (che sarebbe meglio definire la solita farsa), nella quale diffidano l’azienda dall’effettuare quei turni perché non concordati. È difficile dirlo in un altro modo: “QUESTI CI PRENDONO PER IL CULO”, dato non solo inconfutabile ma che dovrebbe farci riflettere su quale potrà essere il nostro futuro. Quali siano le intenzioni dell’azienda e quale sia il senso di certe scelte è chiaro e condiviso da questi sindacati che hanno ritenuto più conveniente interpretare il ruolo di chi, magari con l’inganno, attiri i lavoratori in quella trappola che è lo smantellamento del gruppo FS, anziché schierarsi con loro per contrastarne gli effetti. “Litigare di giorno e rubare insieme di notte” questo è il presupposto che caratterizza il rapporto che intercorre tra questi sindacati e l’azienda ed è un aspetto che non dovremmo trascurare, perché è bene sia chiaro che gli unici a pagare sono i lavoratori. Se ad una prima lettura i lavoratori sembrano non percepire la gravità di quanto sta accadendo e quali siano le conseguenze che questo processo di smantellamento possa produrre, l’aria che si respira è sempre più pesante e sono sempre più frequenti quelle dinamiche che sembrano somigliare molto al “si salvi chi può” di una nave che affonda. Lavoratori divisi che si impegnino in una improbabile guerra tra poveri, per conquistare l’illusione della salvezza del proprio orticello, è quanto di peggio possiamo esprimere, non solo perché questo è funzionale alle strategie di sindacati e azienda, ma perché da questo attacco frontale che sindacati e azienda stanno portando nei confronti dei lavoratori o ne usciamo tutti insieme oppure non ne esce nessuno. Una piccola nota di folklore che ci può aiutare a comprendere questo ragionamento, può darcelo quanto sta accadendo all’OGR di Bologna. Da un paio di anni è evidente l’intenzione dell’azienda di chiudere i battenti, che sapendo quali appetiti avrebbe stimolato, ha dichiarato la sua intenzione di accogliere le domande di trasferimento dei “lunghi pendolari”. Così, per una questione di equilibri interni, la Filt si schiera formalmente contro la chiusura e la Fit e la Uilt, con quei lavoratori che hanno visto nella chiusura dell’officina l’opportunità per avvicinarsi a casa. La Filt quindi con la RSU organizza una manifestazione molto partecipata e si traveste da difensore delle sorti di quei lavoratori, mentre gli altri seguono altre strade “più tortuose”... Il tempo però passa, si avvicina la firma del contratto e vista la ricomposizione del quadro sindacale, quei lavoratori (i lunghi pendolari) vedono allontanarsi l’esigenza per Fit e Uilt di considerarli un interlocutore privilegiato. La strada clientelare non ha prodotto al momento grandi soluzioni e la lunga attesa fa saltare i nervi, fino al punto di portare questi lavoratori ad effettuare una incursione molto “animata” nella sede della Fit Cisl affinché sostenga la chiusura dell’OGR. Certo la sensazione della mancanza di una prospettiva non aiuta a mantenere la lucidità, ma se le figure sindacali di punta (li definiamo così, perché è cosi che parlano di loro stessi) di quell’officina nel pieno della lotta che dicono di voler combattere, si rifugiano dietro ad un distacco sindacale, possono al massimo evocare quelle imprese di SCHETTINIANA memoria, che rischiano di produrre risultati tutt’altro che piacevoli. Alcune considerazioni, FILT, FIT, UILT, ORSA e UGL\FAST, sono responsabili della chiusura dell’OGR, perché questa è il frutto delle politiche aziendali che tutti insieme stanno sostenendo, come sono perfettamente interni allo sfascio di CARGO e di tutto quello che ci sarà dietro la riorganizzazione di RFI, del resto è tutto scritto sul contratto che hanno firmato. Ma un episodio come questo può aiutarci a capire quali possano essere, più in generale, le conseguenze di adottare quel metodo, tanto caro ai ferrovieri, che individua nella salvaguardia del proprio orticello, l’obiettivo da perseguire a tutti i costi. Vale per le grandi questioni come l’OGR, che vede i lavoratori contrapposti fra chi pur di ottenere il trasferimento è poco interessato a lottare per una soluzione che difenda tutti i lavoratori e gli altri che specularmente fanno il ragionamento opposto. Vale però anche per le piccole cose, che ci vedono completamente assorbiti nel nostro piccolo mondo mentre azienda e sindacati ci stanno scavando la fossa. Questi sindacati sanno da tempo che fine vogliono farci fare, anche se evitano accuratamente di dircelo, la partita di scambio è la salvaguardia delle loro poltrone, dei loro distacchi e poco importa se alla fine di questo processo saremo solo noi a pagare. Per questo dobbiamo assolutamente smettere di credere alle favole e comprendere che c’è una cosa sola che dobbiamo fare:

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