SUPERATO IL LIMITE NEGLI OSPEDALI: LOTTIAMO E SCIOPERIAMO PER IL DIRITTO ALLA SANITA' PUBBLICA

Bologna -

Ad un anno dall'inizio dell'emergenza sanitaria, la situazione nella nostra Regione ed in particolare nella Provincia di Bologna è drammaticamente peggiorata. Ciò che già iniziava a trapelare dai media in queste settimane rispetto alla situazione negli ospedali, oggi viene confermato: le strutture ospedaliere non riescono a far fronte alla diffusione del contagio tanto che il Sant'Orsola ha sospeso le attività di medicina ordinaria ed il Maggiore ed il Bellaria l'hanno ridotta drasticamente per convertire posti letto e destinare il personale ai ricoveri Covid-19. Non solo, la gravità della situazione ha richiesto il trasferimento dei pazienti in altre città della Regione ed il ricorso alla sanità privata. Quanto sta accadendo in questi giorni riflette una gestione dell'emergenza sanitaria che si è dimostrata fallimentare e che scardina la retorica portata avanti dalla giunta regionale sulla capacità del modello sanitario emiliano-romagnolo di reggere difronte alla pandemia. Quello che emerge, infatti, è che in questo ultimo anno non siano state adottate soluzioni reali ed investimenti strutturali per potenziare la sanità pubblica e fare fronte sia all'emergenza sanitaria sia all'attività di cura ordinaria. Basti vedere infatti quali siano state le priorità nella nostra Regione, ossia offrire ingenti finanziamenti alla sanità privata e concedere le briciole a quella pubblica come l'assunzione di personale medico a tempo determinato. Scelte recenti, ma che sono in continuità con le politiche degli ultimi vent'anni: tagli di posti letto, chiusura di strutture ospedaliere, smantellamento della medicina territoriale e blocco della assunzioni che hanno prodotto l'indebolimento del sistema sanitario pubblico, oggi pagato a caro prezzo da pazienti e personale sanitario.
La drammatica condizione delle strutture ospedaliere si colloca poi in uno scenario più ampio di incapacità e mancata volontà politica di adottare misure in grado di contenere la diffusione dei contagi, proponendo finti lockdown comodi solo a Confindustria e alle aziende e che impongono invece restrizioni individuali e attaccano i lavoratori, i precari ed i disoccupati in assenza di veri ristori e misure di sostegno al reddito adeguato. A riprova di quelle che sono le priorità politiche, solo pochi giorni fa, infatti, il Presidente Bonaccini, d'accordo con la posizione di Salvini, propagandava l'apertura dei ristoranti, salvo poi tornare indietro precipitosamente superato dai dati della Pandemia.
USB sostiene che oggi più che mai sia necessario un cambiamento radicale del sistema sanitario pubblico attraverso il recupero di posti letto ed il ripristino delle strutture abbandonate, attraverso un piano di assunzioni stabili di personale sanitario, la ri-pubblicizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari ed il potenziamento della formazione sanitaria.
Per questi motivi USB ha proclamato lo sciopero dei lavoratori della sanità pubblica e privata il 26 Marzo 2021: potenziare la sanità pubblica vuol dire rimettere al centro il diritto universale della salute fuori da ogni logica di mercato e di profitto per i privati.