Un altro operaio morto a Bologna basta stragi: introdurre il reato di omicidio sul lavoro

Bologna -

Un altro operaio è morto in provincia di Bologna, sepolto dal terreno franato di uno scavo nell’area dei lavori per le opere compensative della Variante di Valico, in particolare la zona è interessata dai lavori di sistemazione dei movimenti franosi e delle opere idrauliche. L’operaio era dipendente dell’azienda AP costruzioni (Consorzio Krea) per conto di Autostrade e Ministero dei Trasporti.

In attesa dei risultati dell’inchiesta, sorge la domanda di quali specifiche misure erano state messe in atto per evitare lo smottamento dello scavo che ha seppellito l’operaio considerando che la zona è appunto oggetto di misure di contenimento di movimenti franosi. Questa tragedia conferma che i lavoratori in appalto sono in cima alla casistica degli infortuni gravi e delle morti sul lavoro, basti ricordare l’operaio morto all’aeroporto Marconi e i cinque operai uccisi a Brandizzo in un appalto per le ferrovie.

Le morti sul lavoro sono tutte gravi ma il fatto che queste accadono in infrastrutture e lavori pubblici aumenta la responsabilità delle istituzioni (Città Metropolitana, Regione e Ministero dei trasporti) per le condizioni di lavoro e sicurezza, a prescindere da responsabilità dirette e accertate.

Rilanciamo, ancora una volta, la necessità non solo di rafforzare controlli sul rispetto delle misure di sicurezza ma anche dell’introduzione del reato di omicidio e di lesioni gravi e gravissime sul lavoro. In questi giorni siamo ancora mobilitati, nei luoghi di lavoro e nelle piazze per la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che introduca sanzioni penali più severe come deterrente per la mancata applicazione di misure di sicurezza.

 

USB Bologna